Emergenza profughi. Trovata sistemazione provvisoria alla circoscrizione 2

03 Luglio 2013 18:18

Novità nell’ambito degli accertamenti sui profughi: il sindaco Paolo Dosi e l’assessore Giovanna Palladini precisano che le persone con il riconoscimento dello status di rifugiato sono soltanto due, e che solo ed esclusivamente per queste  è previsto l’obbligo di accoglienza.
L’altro giorno, in occasione dello sgombero del Ferrhotel, sono state identificate complessivamente ventisei persone. La maggior parte di queste non ha nulla a che fare con l’emergenza profughi del Nord Africa, che ha coinvolto in particolare la Libia e la Tunisia, in quanto costoro provengono dal Marocco, Paese non interessato dall’emergenza. Infine, il comune precisa che, stando agli elenchi ufficiali stilati dal Ministero, sono soltanto dieci le persone tuttora presenti a Piacenza che, a suo tempo, furono collocate, sempre per motivi umanitari, pur non essendo considerati profughi, presso il Ferrhotel dalla Protezione civile durante il periodo di emergenza tra il maggio 2011 e la fine del 2012.

Il sindaco Dosi ha fatto però sapere che nonostante tutto è stata trovata una sistemazione temporanea almeno fino a lunedì per tutto il gruppo alla circoscrizione 2 in via 24 maggio. Poi si cercheranno soluzioni personalizzate per ogni caso ed esigenza. Alcuni profughi troveranno ospitalità presso privati che si sono resi disponibili.

Notizia delle 12.20 –

I profughi passano la notte davanti al Comune. Dosi “Non accettano le nostre soluzioni” 

I profughi sgomberati dal Ferrhotel hanno trascorso la notte davanti all’ingresso principale del comune di Piacenza in piazza Cavalli dove si sono piazzati con le tende e dicono: “Da qui non andiamo via fino a quando il sindaco non avrà trovato una soluzione”. Il primo cittadino Paolo Dosi dal canto suo sta cercando di risolvere il problema. “Non vogliono sentire ragioni – sottolinea Dosi – pretendono una soluzione immediata per tutti ma non è possibile. Noi possiamo occuparci, al momento, soltanto di quei dieci “aventi diritto” che rientrano nel progetto Sprar nato per aiutare i rifugiati politici. Potremmo ospitarli nel centro di accoglienza di Le Mose ma per gli altri “infiltrati” i tempi si allungano. Siamo in una situazione di stallo perché mancan la volontà da parte di una buona parte del gruppo di profughi di accettare le nostre proposte . In questo momento non possiamo proseguire oltre”.

“È evidente che la precarietà in cui si trovano queste persone non può essere prolungata – ha proseguito il sindaco – il timore è che si aggiungano altre persone che non hanno pertinenza con la situazione originaria, come già successo al Ferrhotel. In una situazione di questo tipo si aggiunge, inoltre, il problema di ordine pubblico. A questo riguardo abbiamo chiesto di aprire un tavolo urgente in prefettura. Ci stiamo occupando di questa situazione per senso di responsabilità, sebbene non tocchi noi”.

“Mi permetto – ha aggiunto infine Dosi – di richiamare il partito di Rifondazione comunista e di invitare tutti alla massima cautela, perché la rottura non favorirebbe il buon esito della trattativa. Per il momento comunque non è previsto nessuno sgombero forzato da piazza Cavalli, a meno che non si riconosca che c’è un problema di sicurezza pubblica”.

Carlo Pallavicini di Rifondazione, da tre giorni a fianco dei profughi risponde: “Noi ci mettiamo a disposizione del comune e non è nostra intenzione fomentare la protesta né strumentalizzare la situazione. In queste ore ci stiamo adoperando per trovare cibo e brandine a queste persone. Avevamo avanzato la proposta di ospitare i profughi, momentaneamente, nel centro giovanile Spazio 4 ma la risposta degli amministratori è stata negativa.

Intanto i profughi hanno smontato le tende come segnale di distensione nei confronti del comune ma assicurano che se la soluzione non dovesse arrivare entro sera sono pronti a dormire anche questa notte sotto al Municipio.

Anche l’assessore Giovanna Palladini è intervenuta sul caso: “Le nostre strutture – ha detto – sono piene e  non è pensabile mandare via chi è già ospitato per far posto a queste persone perché non sarebbe una soluzione”.

Sulla questione interviene anche la Lega Nord, tramite il segretario provinciale  Pietro Pisani: ““La gestione profughi non si trasformi in una guerra al logoramento. La via d’uscita non può e non deve essere l’assistenzialismo a oltranza. E, comunque, la priorità negli accessi a lavoro e strutture deve essere data ai piacentini in difficoltà”. E’ il monito del segretario provinciale della Lega Nord Pietro Pisani a seguito della situazione di sostanziale stallo che sta vivendo il Comune di Piacenza nella gestione dei profughi. “La guerra al logoramento innescata dai profughi è inaccettabile – dice Pisani -. Non è ammissibile che i migranti ingaggino un braccio di ferro nei confronti di chi fino ad oggi li ha ospitati a spese dei contribuenti. L’emergenza è finita, ai profughi sono stati garantiti altri quattro mesi di permanenza e ora chi ne ha i requisiti è stato ammesso allo Sprar. Ulteriori pretese sono irricevibili. Chiediamo quindi al sindaco Paolo Dosi di non transigere sulle condizioni poste e di chiudere la questione, chiedendo da subito il rimpatrio per chi non ha i requisiti per rimanere”.

“E’ opportuno – aggiunge l’assessore provinciale Manuel Ghilardelli – che il primo cittadino inizi a concentrare le proprie energie per misure a favore dei tanti piacentini che, ahinoi, hanno perso il posto di lavoro, vittime della crisi. Sono loro la priorità da considerare”. “Non è accettabile che il sindaco spenda ulteriore tempo per inseguire pretese inesaudibili e che il Comune sia di fatto messo sotto scacco da esose e inaccettabili richieste”. “Per oltre due anni sono stati mantenuti – a spese dei contribuenti – migranti nullafacenti che niente hanno a che fare con l’emergenza libica. Non è tollerabile che oggi questi pretendano di essere mantenuti a vita. Il sindaco Dosi non pecchi di discriminazione nei confronti dei piacentini che da anni chiedono aiuto e posti di lavoro ma che – fino ad oggi – sono rimasti inascoltati”.

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