Vini piacentini, Pollastri: “Fronte comune per favorire l’export in Cina”

26 Luglio 2013 17:24

“Un fronte comune tra le Regioni per favorire il vitivinicolo, un settore d’eccellenza per la nostra Regione e, in particolare, per il territorio piacentino che conta ben 18 vini a Denominazione d’Origine Controllata”, lo chiede, con un’interrogazione, Andrea Pollastri (PdL).
Una notizia preoccupante è trapelata nei giorni scorsi: il 6 giugno scorso il Ministero per il Commercio con l’Estero della Repubblica Popolare Cinese ha attivato un’indagine per stabilire se i prodotti vinicoli di provenienza europea siano congrui dal punto di vista della quantità e dei prezzi.
Il timore è che ciò possa portare ad una revisione al rialzo dei dazi doganali sui prodotti vinicoli di importazione, che, ad oggi, in Cina sono del 14% per i prodotti in bottiglia e del 20% per quelli sfusi.

Nella sola Cina viene venduto vino italiano per un valore di circa 75 milioni di euro, pari all’1,6% del totale, con un incremento del 10% rispetto al 2011.
Preoccupazione è emersa tra tutte le Regioni esportatrici di vino, tra cui l’Emilia-Romagna che, per bocca dell’Assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, ha affermato che “Il mercato cinese, in relazione alla presenza di fasce di popolazione numericamente consistenti, caratterizzate da redditi elevati e fortemente attratte dal “Made in Italy”, rappresenta, al di là degli attuali livelli di export, una grande opportunità di sviluppo per il comparto vitivinicolo nazionale chiamato a conquistare nuovi mercati per contenere gli effetti del calo dei consumi su quello interno”.

“La Regione Emilia-Romagna – ha detto Rabboni – è certamente contraria a qualsivoglia imposizione di dazi o all’attivazione di altre misure che possano ostacolare o ridurre le esportazioni di prodotti agroalimentari, di conseguenza è disponibile a valutare la propria partecipazione a tutte le iniziative che saranno, con questo intento, proposte.”
“È comunque evidente – ha chiosato – che problematiche di questa natura possono essere affrontate ed eventualmente risolte solo nel più ampio contesto della regolamentazione dell’interscambio commerciale tra Unione Europea e Repubblica Popolare Cinese e che la dimensione di “macroregione” proposta dalla Lombardia risulta, indiscutibilmente, limitata”.

“Voglio cogliere il alto positivo della risposta – ha commentato l’azzurro – che, per una volta, pur dando una bacchettata ai vicini lombardi, non suona come una porta chiusa: auspico che due Assessori all’Agricoltura si confrontino al più presto, e mi muoverò direttamente sulla Lombardia perché conoscano e valutino la disponibilità espressa da Rabboni.”

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