Due dottoresse a processo: infezione in un detenuto dopo punture di calmanti

22 Ottobre 2013 16:07

Normali iniezioni intramuscolo si sono trasformate in un incubo per un detenuto ravennate che è stato rinchiuso nel carcere delle Novate, a Piacenza, nell’ottobre del 2010. Un’infezione che non sarebbe stata riconosciuta da due medici dell’Ausl di Piacenza che prestavano servizio alla casa circondariale della città e che lo avrebbe portato a un’odissea sanitaria culminata con operazioni e l’asportazione di una parte del gluteo. Due giovani dottoresse piacentine che avevano 30 e 32 anni all’epoca dei fatti, oggi sono comparse davanti al giudice Adele Savastano in un processo che le vede accusate di lesioni personali colpose gravi. Nel fascicolo arrivato in giudizio e passato dalle indagini coordinate dal pubblico ministero Emilio Pisante, emergerebbe come le due dottoresse avrebbero praticato diverse iniezioni di calmanti tra il 30 ottobre e il 5 novembre 2010 al detenuto di 35 anni e che a seguito di un’infezione non riconosciuta dalle dottoresse il 7 novembre il medico di guardia delle Novate lo abbia fatto ricoverare in ospedale dove ha subito un’operazione d’urgenza per un’infezione in corso. L’uomo è rimasto ricoverato fino al 21 novembre di quell’anno e avrebbe subito una menomazione fisica permanente. Secondo l’accusa, tutto sarebbe partito dall’infezione non riconosciuta in seguito alle iniezioni intramuscolo delle due dottoresse. La vittima si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Eleonora Carini del foro di Piacenza. Versione diametralmente opposta quella degli avvocati delle dottoresse citate in giudizio, difese dagli avvocati Raffaele Veneziani e Giovanni Capelli, che negano ogni addebito. Il 27 novembre è stata fissata la prossima udienza del processo con l’ascolto dei testi, mentre l’11 dicembre l’udienza clou: tutti i periti delle parti saranno ascoltati in contraddittorio dal giudice. Per quella data si attende anche la sentenza.

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