Caccia ai criminali nazisti. Tra gli storici si apre il dibattito: “Serve chiarezza”

30 Dicembre 2013 17:52

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Stanno suscitando grande interesse le dichiarazioni rilasciate dal direttore del centro Simon Wiesenthal secondo il quale tre piacentini si sarebbero macchiati di gravi crimini contro l’umanità durante la seconda guerra mondiale. In base alle rivelazioni pubblicate dal settimanale “il Venerdì di Repubblica”, i tre appartenevano alle Brigate nere e due di loro sarebbero ancora a Piacenza, forse sotto falso nome, mentre un altro vivrebbe in Sudamerica. La notizia ha aperto un ampio dibattito tra gli storici.  Abbiamo contattato Ermanno Mariani, giornalista di Libertà e autore di numerose pubblicazioni legate alla Resistenza e Pino De Rosa, scrittore, esperto della Repubblica Sociale Italiana. Entrambi concordano sulla necessità di maggiore chiarezza in merito alle indagini condotte dagli uomini della Wiesenthal nel nostro territorio e sostengono che, normalmente, un investigatore che sta dando la caccia a un criminale non divulga notizie simili. Particolarmente duro Pino de Rosa secondo cui “dopo la morte di Priebke queste associazioni hanno bisogno di un nuovo bersaglio”. In base ai propri studi, De Rosa esclude la presenza nel Piacentino di persone che si sono macchiate di reati molto gravi e attacca il centro Weisenthal sostenendo che condanna le persone senza che queste abbiano subito un processo e ricorda che anche il processo di Norimberga ha avuto effetto retroattivo su uomini che nel momento in cui commettevano un fatto non sapevano che si trattasse di reato.
Ermanno Mariani si dice sorpreso della notizia uscita a così tanta distanza dai presunti fatti anche se ricorda che al Tribunale Militare è ancora aperto il fascicolo sull’eccidio di Strà, avvenuto nel 1944. Mariani non esclude che alcuni piacentini possano essere stati coinvolti in gravi crimini ma potrebbero non essere più in vita oppure potrebbero essere persone totalmente sconosciute che, dopo la guerra, potrebbero aver deciso di vivere nell’anonimato. Mariani ricorda che uno dei più gravi episodi che ebbe come vittime i civili, oltre a Strà, avvenne in Valdarda nel ’44 durante un rastrellamento, “questi sono i fatti – conclude lo storico – che potrebbero aver avuto come protagonisti uomini appartenenti alla Rsi”.

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