Cavalli (Ln): “Basta soldi ai campi nomadi”. Ammonizione da Palazzo Chigi

30 Dicembre 2013 13:13

Stefano Cavalli

Ha chiesto di dirottare i soldi stanziati per l’’ammodernamento dei campi nomadi’ agli anziani, ai giovani e ai cassintegrati. Prima l’associazione 21 luglio (che si oppone all’”Apartheid dei rom”) lo ha ammonito, poi si è visto recapitare un cartellino giallo addirittura da palazzo Chigi. E’ accaduto al leghista Stefano Cavalli, consigliere regionale emiliano-romagnolo. In un comunicato diffuso nelle scorse settimane chiedeva alla Regione di stanziare il milione di euro (e oltre) destinato a rom e sinti, a favore delle vittime della crisi e del lavoro. Per tutta risposta si è beccato i rimproveri della presidenza del consiglio dei ministri che in una lettera (allegata) lo accusa di utilizzare “stereotipi negativi collegati a una determinata etnia” e lo invita a “trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore”. Il dipartimento per le “Pari opportunità-ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali” si è addirittura riunito per esaminare il suo caso e i contenuti dei suoi comunicati, scaricati da internet, sono stati schedati come ‘caso web’, con tanto di numero di protocollo. “Roba da Minculpop” dice Cavalli. “Al Governo non hanno proprio altro a cui pensare” commenta il diretto interessato, che replica: “Non mi faccio intimidire. La Lega Nord da sempre si batte per tutelare giovani, anziani e famiglie. Non è accettabile che i fondi pubblici vadano invece a persone che – i dati di cronaca lo dimostrano – non hanno alcuna intenzione di integrarsi. Continueremo quindi a batterci per la sicurezza dei cittadini, a difesa della nostra gente, discriminata da un Governo che guarda solo a rom e immigrati”.

A Cavalli è arrivata la solidarietà della Lega Nord di Piacenza, che attraverso il vicepresidente della Provincia Maurizio Parma, il segretario provinciale del Carroccio Pietro Pisani e il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti,  lo incoraggiano a “proseguire in questa battaglia di civiltà a favore della nostra gente”.

“Quelle di Roma sono inaccettabili intimidazioni che la dicono lunga sulle priorità del Governo – contesta Pisani -. In questo momento in cui il Paese sta cadendo a pezzi e non si sa come uscire dall’impasse in cui ci hanno costretto questi politicanti, i dirigenti romani non hanno altro di meglio da fare che riunirsi per mettere all’indice le opinioni politiche di un esponente della Lega Nord, opinioni che, in quanto tali, sono garantite e salvaguardate dalla Costituzione”. “Intanto la gente perde il lavoro e le tasse continuano ad aumentare, nell’indifferenza dell’Esecutivo”. “Ci aspettiamo che Letta richiami all’ordine il ‘suo’ organismo (l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) che ha intimato a Cavalli di mutar pensiero e che simili fatti non avvengano più”.

“Il caso di Cavalli è la chiara dimostrazione di come a Roma perdano tempo e buttino soldi in organismi e iniziative inutili, mentre il Paese vive ben altre emergenze. Come se il Governo, in questi tempi di crisi, non abbia altre priorità di cui occuparsi”, contesta Parma.

“Letta e i suoi continuano a dire che i loro punti fissi sono lavoro e occupazione, poi se ne escono con simili ‘fregnacce’ – protesta Maloberti -. Chiusi nei palazzi romani questi governanti sono totalmente svincolati dalla realtà e dai problemi concreti dei cittadini, lo dimostra anche il fatto che hanno recentemente aumentato da 185 a 207 i prefetti, in barba a tagli e ristrettezze economiche. E intanto il Paese reale lentamente muore, vittima dell’inerzia di questi politicanti”.
La lettera della presidenza del Consiglio dei Ministri

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