Bici a piazzale Marconi, rinnovato il divieto di sosta. Pendolari “indignati”

16 Gennaio 2014 15:48

rimozione forzata biciclette

Il Comune non molla. I pendolari neppure. Palazzo Mercanti ha istituito anche per tutto il 2014 il divieto di sosta e la conseguente rimozione forzata di biciclette e motorini lasciati nel piazzale della stazione. Si tratta dell’ennesimo rinnovo di un provvedimento, peraltro ancora sperimentale, arrivato nel 2010 dopo la ristrutturazione della zona di piazzale Marconi.

“Per evitare di ritornare a una situazione di caos e degrado – spiegava il Comune – devono essere rimossi velocipedi e ciclomotori parcheggiati o agganciati ad elementi di arredo urbano, a pali dell’illuminazione pubblica, a monumenti, a sostegni dei cartelli di segnaletica stradale e pubblicitari e ad altre strutture, su aree verdi oppure in evidente stato di abbandono. Inoltre è istituito il divieto di parcheggiare velocipedi e ciclomotori sui marciapiedi, in modo tale da ostacolarne la naturale fruizione da parte dei fruitori degli stessi e al di fuori delle apposite rastrelliere porta biciclette”.

Un capitolo, quest’ultimo, che è uno dei punti più contestati, visto che proprio le rastrelliere, secondo i pendolari, sono state posizionate troppo distanti dall’ingresso della stazione, peraltro senza adeguate pensiline che possano proteggere dalle intemperie. “Il tutto – denunciano i viaggiatori – per favorire il deposito a pagamento”.

Come in passato, anche nel 2014 i mezzi rimossi saranno portati in un apposito ricovero, per ritirarli occorrerà pagare 10 euro per la rimozione e un euro per i velocipedi e 1,50 per i ciclomotori per ciascun giorno di custodia.

Molto duro il commento di Ettore Fittavolini, presidente dell’Associazione pendolari piacentini: “Il Comune proprio non vuole capire i nostri problemi, cambiano le amministrazioni ma noi siamo sempre vessati. Tra l’altro dal piazzale della stazione prima sono state tolte le rastrelliere ad accesso libero e poi messe quelle del servizio a pagamento, al pari del deposito. Basta questo dato di fatto per spiegare come agisce l’amministrazione, siamo sempre più indignati”.

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