“C’è la crisi, non posso pagare le tasse”: il giudice lo condanna

14 Febbraio 2014 07:00

tribunale

«La mia società era in stato di insolvenza a causa della crisi, per questo motivo non sono riuscito a pagare le tasse». Questa la giustificazione di un imprenditore piacentino davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Bersani. Ma il magistrato lo ha condannato a quattro mesi di reclusione. Perché? Secondo il magistrato l’imprenditore non può invocare la causa di forza maggiore in quanto, recentemente, la legge ha potenziato gli strumenti per la risoluzione della crisi d’impresa modificando quelli già esistenti e prevedendone altri, tutti finalizzati ad evitare il fallimento dell’azienda.
Nella vicenda esaminata l’altra mattina è emerso che l’imputato non aveva attivato nessuno di questi strumenti. Anche per questo il giudice lo ha condannato.
Il debito di 50.323 euro, (di poche centinaia di euro superiore al limite di 50mila per cui l’irregolarità diventa violazione del diritto penale), era stato eccepito dalla direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate che aveva fatto scattare una segnalazione alla Procura.

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