Si prostituiscono per pagare permessi falsi, nigeriano denunciato

18 Marzo 2014 19:27

prostituzione

Un permesso di soggiorno e un lavoro in Italia in cambio di 3.500 euro in contanti: una trappola in cui sono cadute quattro ragazze di origine nigeriana, consegnate alla mondo della prostituzione per raccogliere il denaro che avrebbe permesso loro di avere un futuro migliore.

Una storia che è sfociata in una denuncia della Procura di Lodi a carico di un nigeriano, per i reati di falso, truffa, lesioni ed estorsione ai danni delle giovani straniere, divenute lucciole della zona cittadina di Gerbido e della Caorsana. La vicenda è venuta a galla nella primavera del 2013, grazie a una segnalazione dell’ufficio stranieri della Cisl.

Due ragazze si erano presentate al sindacato mostrando i documenti forniti loro dal connazionale, al costo di migliaia di euro e di continue pressioni e minacce, per riuscire a ottenere i soldi nel minor tempo possibile. “Avevano portato delle ricevute della sanatoria del 2012, ma non avevano mai svolto una professione e le carte non mi sembravano credibili – ha spiegato Alessandro Ponticelli della Cisl, volontario della parrocchia di Mortizza -; ho spiegato loro che erano documenti fasulli e una giovane è scoppiata in un pianto disperato”.

Il trucco utilizzato dallo straniero, residente nel lodigiano, è stato creare documenti perfettamente credibili alla vista, ma compilati con dati completamente fasulli, che non corrispondevano a nessuna azienda realmente esistente. Solo dopo alcuni mesi e grazie alla fiducia instauratasi con l’Ufficio stranieri, le giovani, di età compresa tra i 22 e i 30 anni, hanno trovato il coraggio di rivolgersi al nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro, guidato dal maresciallo capo Paolo Taurino, per sporgere denuncia.

Nel frattempo sono state soccorse dai volontari della parrocchia di Mortizza che hanno offerto loro ristoro, indumenti e conforto: “Le abbiamo fatte partecipare a delle attività e anche a un corso di italiano – ha spiegato Ponticelli -; speriamo che ora possano avere opportunità migliori”.

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