In viaggio con il killer. Mi diceva: “Se hai paura ti ammazzo”

19 Giugno 2014 15:49

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Viaggiava a velocità ridotta e con i finestrini abbassati in via Caduti sul lavoro quando è successo l’imprevedibile. Era circa mezzogiorno di martedì quando un ragazzo è balzato in auto dal finestrino e ha puntato un coltello alla gola del conducente. L’ospite inatteso era Davide Frigatti, il giovane milanese di 34 anni che, poche ore dopo, si è trasformato in un killer. Il malcapitato autista era Stefano Mezzadri, un piacentino di 55 anni, impiegato, disoccupato da due. A due giorni di distanza dal folle episodio, il piacentino, sposato e padre di due figli, come un fiume in piena, racconta dettagliatamente ciò che ha vissuto in quella giornata di ordinaria follia.

“In auto alternava momenti in cui diceva cose insensate ad altri di lucidità – racconta con tranquillità – mi ha chiesto se andavo in chiesa, gli ho risposto di sì e mi ha detto che facevo bene. Prima mi ha chiesto di andare a Parma poi ha cambiato idea e mi ha costretto ad andare verso Milano. Ha insistito perché bevessi l’acqua dalla sua bottiglia altrimenti mi avrebbe ucciso. Continuava a chiedermi se avevo paura e diceva che se avevo paura mi ammazzava”. Il 55enne ha confessato di aver avuto paura all’inizio, quando si è visto il coltello puntato, poi quando ha chiesto allo sconosciuto di chiuderlo e lui lo ha fatto, si è tranquillizzato. “Pensavo fosse semplicemente un balordo, non immaginavo potesse essere un assassino”.

Alla chiamata del figlio, il giovane ha concesso al conducente di rispondere ma a quella della moglie ha lanciato il cellulare dal finestrino. “Devo fare benzina” è stata una delle scuse con il quale l’autista aveva pensato di smarcarsi ma il 34enne non ci è cascato. Quando il piacentino ha dichiarato di essere disoccupato, Frigatti ha iniziato a pronunciare una frase che poi ha continuato a ripetere: “Allora sei come loro”. Arrivato al casello, il ragazzo ha pagato il conto (il 55enne ricorda l’episodio sorridendo) poi ha proseguito per Sesto San Giovanni dove ha fatto scendere il conducente e si è impossessato dell’auto.

Il piacentino ha incontrato la diffidenza di molti milanesi, solo una ragazza ha accettato di chiamare la polizia senza consentirgli però di utilizzare il suo cellulare. “Il commissariato era chiuso per carenza di organico – è quanto ha riferito Mezzadri – così sono tornato a Piacenza con mia moglie che nel frattempo mi era venuta a prendere per raccontare alla polizia quanto gli era accaduto”. Poche ore dopo, il 55enne ha scoperto di essere stato miracolato: il suo passeggero aveva ucciso un uomo e ferito altri due in un pomeriggio di follia.

Altri particolari in edicola con Libertà venerdì 20 giugno e  alle 13.15 e 19.30 l’intervista integrale al Tgl.

Intanto la Squadra Mobile della Questura di Milano sta ricostruendo quanto accaduto martedì, la giornata di follia di Davide Frigatti. Gli inquirenti hanno confermato che il grafico 34enne arrivato a Piacenza intorno alle 10.30 in taxi ha rapinato l’auto di un quarantenne di Latina, in città per lavoro. L’uomo ha raccontato agli inquirenti che era seduto sulla propria auto davanti a una banca di piazzale Roma quando Frigatti lo ha costretto, sotto la minaccia di un coltello, ad entrare e a consegnargli tutto ciò che aveva, auto compresa. Poi l’aggressore lo ha fatto uscire ed è scappato con la vettura, abbandonata nei pressi della Farnesiana.

Notizia delle 13 – Emergono nuovi dettagli sulle ore che hanno preceduto il pomeriggio di follia del 34enne che martedì pomeriggio ha ucciso un uomo e ferito due persone a Milano. Davide Frigatti si sarebbe fatto accompagnare a Piacenza da un taxi poi è andato da un barbiere per farsi tagliare i capelli, ha tentato di entrare nell’auto di una donna e infine, sotto la minaccia di un coltello, si è fatto accompagnare da un 55enne piacentino a Sesto San Giovanni dove è partita la follia omicida. Il  piacentino è stato avvicinato nei pressi della rotonda di via Caduti sul Lavoro alla Farnesiana, “Parti, parti, mi vogliono uccidere” è quanto ha gridato Frigatti all’uomo salendo sulla sua auto.

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