Omicidio Manesco, “Mai visto delitto così feroce”. Il video in stazione

13 Agosto 2014 13:25

Omicidio del trolley

“E’ il delitto più feroce che mi sia mai capitato. Quello che colpisce è la professionalità con cui è stato messo in pratica” sono parole del sostituto procuratore Antonio Colonna alla conferenza stampa organizzata in Procura. “Un delitto veramente inquietante per le sue modalità, i due ragazzi sono andati a Milano con mannaie, coltelli, seghetti, lacci e avevano lasciato i cellulari sulla macchina di uno dei due al parco della Galleana per costruirsi un alibi” ha aggiunto Colonna. Secondo gli inquirenti della polizia che proseguono le indagini, il movente è economico. I due giovani erano in possesso di carte di credito sulle quali confluiva denaro di Manesco. I tre si conoscevano per la comune passione per la Thailandia. La Squadra mobile sta cercando di ricostruire i movimenti precedenti l’omicidio. Le telecamere di Lodi hanno ripreso i due giovani giovedi sera nei pressi della zona in cui è stato gettato il trolley nel cassonetto. In particolare restano punti oscuri sul viaggio di ritorno. L’ipotesi del terzo uomo, di cui ha parlato Civardi nel primo interrogatorio, secondo gli inquirenti è fantasiosa, ma “un piano così dettagliato potrebbe essersi avvalso dell’ausilio di un’altra persona” ha dichiarato Salvatore Blasco, comandante della Squadra mobile della questura di Piacenza. L’abilità dimostrata spinge gli inquirenti ad indagare anche su altri casi simili.

Notizia delle 7 – Forse fra i conti del professore e fra un presunto ricatto a sfondo sessuale potrebbe nascondersi il movente del delitto del professor Adriano Manesco, 77 anni, assassinato con venti coltellate nella sua casa di via Settembrini a Milano, giovedì pomeriggio. Paolo Grassi e Gianluca Civardi, i due trentenni piacentini accusati dell’omicidio del docente, non hanno nascosto la loro intenzione di aprire un’attività a Bangkok, forse un’agenzia di viaggi e per farlo avrebbero potuto sfruttare la pensione del docente. Pare che avessero già attinto dal suo conto circa diecimila euro in un anno di tempo. Sembra che i due avessero trovato il sistema di dirottare denaro dal conto del professore per accreditarlo a loro favore. In effetti lo stesso Civardi aveva raccontato dell’intenzione sua e di Grassi di raggiungere la Thailandia e proprio per tale motivo – aveva detto Civardi – si erano recati dal professore che in Thailandia aveva vissuto per quindici anni. “Cercavamo da lui consigli per il nostro trasferimento all’estero” aveva detto il giovane piacentino interrogato dalla polizia e dal sostituto procuratore Antonio Colonna.

I dettagli in edicola oggi, mercoledì 13 agosto, con Libertà.

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