Tentato omicidio del consigliere pavese: il giallo dell’impronta digitale

10 Maggio 2015 06:55

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Rado Suivic, il moldavo accusato di tentato omicidio per aver travolto e trascinato per seicento metri con una macchina rubata Elena Madama riducendola in fin di vita, è comparso ieri per l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Elena Stoppini. Si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto emergono novità intorno al caso. L’impronta digitale rilevata dalla polizia scientifica sull’automobile rubata che ha travolto la ventisettenne pavese, non sarebbe di Suivic.
Ha reso noto ieri questo dettaglio d’indagine l’avvocato difensore Antonino Rossi, il quale al termine dell’interrogatorio di garanzia (nella casa circondariale delle Novate) a cui era presente ha detto: “Dai primi accertamenti è emerso con certezza, sulla base di indagini della polizia di stato, che l’impronta digitale trovata sul volante della macchina che ha travolto la ragazza pavese, non appartiene al mio assistito”. Il fatto costato l’arresto al moldavo era avvenuto a Pavia il 13 novembre dell’anno scorso.

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