La scusa della madre morta non basta a giustificare il furto: condannati

26 Luglio 2016 06:30

tribunale

Per un automobile trovata con il lunotto posteriore sfasciato in corso Garibaldi a Fiorenzuola, due stranieri arrestati con l’accusa di tentato furto si erano giustificati con una scusa strappa-lacrime: “Sono stato io – aveva detto il primo – ma involontariamente: avevo una bottiglia in mano quando mi hanno telefonato avvisandomi della morte di mia madre e in un momento di disperazione l’ho lanciata sul lunotto della vettura, rompendolo”.

Per il secondo, la motivazione appariva ancora più inverosimile: “Avevo infilato io le mani nell’abitacolo di quella auto attraverso il vetro rotto, ma solo per recuperare la bottiglia lanciata dal mio amico”.

Il primo aveva patteggiato otto mesi di pena che sta scontando in carcere, il secondo è stato condannato ieri con rito abbreviato a sette mesi di reclusione . I due (un palestinese di 34 anni e un tunisino di 42 anni), erano stati arrestati per tentato furto dai carabinieri di Fiorenzuola il 22 maggio scorso, pochi attimi dopo aver tentato il colpo.

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