Padre Murad: “Io, prigioniero dell’Isis per mesi, non ho rinnegato la Croce”

18 Novembre 2016 10:00

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Non parla di paura padre Jaques Murad, ricordando la sua prigionia, durata quattro mesi e 21 giorni, nello Stato Islamico, “con i video di decapitazioni che venivano di continuo sottoposti ai bambini, con noi prigionieri nel campo”. Così ricorda il monaco del deserto, che si è rifiutato di rinnegare la Croce ed è scappato a bordo di una motocicletta, aiutato dai fratelli mussulmani. La sua esperienza è stata raccontata nella sala delle Colonne di palazzo vescovile, il 17 novembre, accolto dal vescovo Gianni Ambrosio. “Davanti alla paura della Terza guerra mondiale, abbiamo bisogno di una rivoluzione mondiale, dal basso, dal popolo. Capace di fermare la violenza”. L’educazione è l’arma più potente: ed è per questo che padre Murad ha dato vita, insieme all’Università Cattolica, a un progetto di formazione rivolto a cinque giovani siriani: due di loro sono stati ospitati al collegio dell’Ateneo, dove frequentano Scienze dell’educazione e Agraria.

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