Ex Macello Piacenza, sospeso il maxi risarcimento da 2,8 milioni

23 Gennaio 2017 20:14

I lavori all'ex macello di Piacenza

La Corte d’Appello di Bologna ha sospeso la sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Piacenza nella causa civile intentata dalle due imprese romane che lavorarono negli anni 2002-2005 al restauro dell’Ex Macello di via Scalabrini, oggi sede universitaria. L’amministrazione fu condannata a pagare 2,8 milioni di euro, oltre a interessi e spese legali.

“I giudici – spiega una nota ufficiale di Palazzo Mercanti – hanno accolto totalmente le istanze del Comune in ordine alle dimostrate circostanze che le ditte avevano eseguito i lavori l’una per il 90% e l’altra per il 50%, regolarmente pagati dall’ente, per tre anni, senza mai nulla rilevare né sul progetto, né sul contratto, per poi recedere inspiegabilmente. I lavori furono poi conclusi, a seguito di nuovo appalto, dopo che il Comune fu costretto a riprendersi i cantieri con un’ordinanza di sgombero, perché i rappresentanti delle precedenti imprese vi si asserragliarono dentro”.

Inoltre, la Corte di Appello di Bologna ha rilevato che dalla documentazione del bilancio comunale emerge che, spiega l’amministrazione, “il dare esecuzione alla sentenza di primo grado, versando alle due imprese una cifra così rilevante, pari a 2,8 milioni di euro, oltre gli interessi e le spese legali di 100.000 euro ai difensori delle controparti, avrebbe messo in difficoltà le funzioni pubbliche essenziali del Comune, con il rischio per l’ente, di non poter in futuro recuperare somme”.

L’udienza della causa di merito si svolgerà sempre a Bologna il 14 marzo.

 

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