Alì e Amel dalle bombe della Siria a Piacenza. “Prima della guerra si stava bene”

05 Maggio 2017 18:02

“In Siria si viveva bene, poi all’improvviso è scoppiata la guerra civile. I bombardamenti ci hanno portato via tutto e siamo stati costretti a scappare”. A parlare è Alì, 50enne siriano arrivato da poche settimane a Piacenza insieme alla moglie Amel. Tanti i loro conoscenti che hanno perso la vita in quel conflitto che dal 2011 ha provocato migliaia di vittime e milioni di profughi.
Alì faceva l’agricoltore e ha lasciato nella provincia di Idleb, a nord di Damasco, dieci figli, i genitori, i parenti e gli amici. Il viaggio dalla Libia all’Italia è stato terribile. “Abbiamo rischiato di morire – racconta – mia moglie è stata trattata male, è qualcosa che non auguro a nessuno” commenta. Le lacrime scendono quando si parla del futuro del suo Paese. “Non riesco ad immaginare cosa succederà, spero che Allah faccia tornare la pace”.

La coppia è la prima proveniente dalla Siria affidata all’accoglienza targata Asp e Ippogrifo. A prendere la parola è Amel e lo fa per ringraziare gli italiani. “Siete stati meravigliosi e vi vogliamo dire grazie. Noi però, speriamo di poter ritornare un giorno nel nostro Paese”.

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