Dal dramma della leucemia al trapianto di midollo fino alla vita normale. La storia di Stefano

09 Maggio 2017 05:30

Ci sono storie che nella loro drammaticità riservano uno esito capace di andare contro a ciò che le circostanze farebbero sembrare come un destino segnato, e che meritano quindi di essere raccontate.
Una di queste storie è quella di Stefano Prazzoli, piacentino oggi cinquantenne al quale improvvisamente nel 2005, all’età di 38 anni, viene diagnosticata una forma di leucemia mieloide acuta, quella che comunemente viene definita fulminante.

Una situazione di paura e angoscia per Stefano, che si affida alle cure del reparto di Ematologia dell’ospedale di Piacenza.

“Sono stati dei momenti difficili per tutta la mia famiglia – ha raccontati ai microfoni di Telelibertà – ma ho cercato di farmi forza. L’unica prospettiva era il trapianto di midollo“.

Poi la buona notizia: il donatore c’è ed è consanguineo, si tratta del fratello. “Mi ha ridato la vita – ha commentato Stefano – ed è stato il regalo più bello: il trapianto staminale da mio fratello mi ha permesso di tornare alla vita”.

Un ritorno alla vita completo, che gli ha permesso negli anni successivi di avere due figli, che oggi hanno 4 e 8 anni, e di tornare al lavoro.
“Una esperienza – afferma –  che mi ha permesso di capire il valore della vita, dai fatti quotidiani, delle piccole cose”.

Oggi la riconoscenza di Stefano si manifesta, oltre ai medici e al personale che lo hanno curato,  anche nella collaborazione con l’associazione Piacentina Leucemie e Linfomi, che dal 1987 opera sul territorio piacentino per migliorare l’assistenza ai pazienti affetti da queste gravi malattie.

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