Il presunto omicida non parla di fronte al giudice. Duecento persone in preghiera

01 Gennaio 2018 16:26

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Come da programma, oggi, lunedì 1 gennaio, è stato tempo di interrogatorio di garanzia per l’uomo di 26 anni, fermato con l’accusa di omicidio di Ervin Tola, il 31enne albanese trafitto al petto da una coltellata. L’episodio risale a venerdì 29 dicembre, poco prima delle 23.30 quando, dopo un violento alterco, il 26enne pugliese non avrebbe esitato a colpire il rivale con un fendente che non ha dato scampo all’albanese. Dopodiché la fuga prima di costituirsi in questura. Ancora non c’è traccia dell’arma del delitto.

Oggi, di fronte al gip Emilio Pisante, il presunto omicida si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il pubblico ministero ha richiesto la conferma della misura cautelare di restrizione della libertà in carcere alla quale si è opposto l’avvocato difensore Luca Caputi: il giudice si è riservato la decisione.

Nel frattempo, ieri sera, nella notte di San Silvestro, ben duecento tra amici e familiari della vittima, si sono ritrovati di fronte al bar all’angolo di via Nasolini e via IV novembre per un sentito momento di riflessione e preghiera.

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