Maxi blitz carabinieri: 6 arresti. Scattaretico a scuole, famiglie ed enti pubblici: “Fate la vostra parte”

07 Febbraio 2018 12:34

Ammonta a sei arresti il risultato della vasta operazione condotta dai carabinieri delle compagnie di Fiorenzuola e di Piacenza nella serata di martedì 6 febbraio a Piacenza e nei territori della Bassa che si affacciano sul Po.

Una operazione a contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti che ha coinvolto 60 militari e 30 pattuglie, impegnati nel controllo dei punti di accesso al piacentino provenienti da nord – come ponti e caselli autostradali – durante i quali sono state controllate decine di auto.

Due arresti sono stati effettuati a Piacenza a piazzale Milano, dove i carabinieri hanno bloccato l’auto, proveniente sa San Rocco al Porto, di un 32enne albanese e un 46enne italiano: a bordo avevano 5 pani da 1 Kg ciascuno di hashish.

Altri due arresti sono stati compiuti al casello autostradale di Caorso. L’appostamento dei militari, effettuato in seguito a numerose segnalazioni di cittadini in merito a movimenti sospetti nel paese e nelle campagne circostanti, ha permesso di bloccare un 22enne e un 23enne, entrambi marocchini, mentre pagavano il pedaggio in uscita dall’autostrada provenienti da Milano. In auto avevano 1 etto di eroina e vari cellulari, probabilmente utilizzati per contattare i clienti.

La vasta operazione ha permesso anche di catturare e arrestare per evasione un profugo richiedente asilo 27enne del Gambia, già ai domiciliari presso un centro di accoglienza nella zona di Caorso.

Il sesto arresto ha interessato un 37enne albanese, latitante dal 2011 dopo la fuga dai domiciliari verso il suo paese d’origine, dove aveva cambiato identità, e catturato a Piacenza dove era tornato per far visita alla moglie.

Un importante appello è stato lanciato dal comandante provinciale dei Carabinieri Corrado Scattaretico: “Il nostro ruolo è quello di fare repressione, ma cerchiamo anche di fare prevenzione soprattutto nelle scuole. E’ importante – ha proseguito il colonnello – che anche altre realtà coinvolte, come la famiglia, la scuola, gli enti pubblici, si mettano in campo per fare prevenzione perché se non cala la domanda avremo sempre spacciatori che da Milano vengono per invadere la nostra provincia di droga”.

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