Viveva in via Mischi e lavorava alla logistica l’egiziano accusato di terrorismo

22 Novembre 2018 11:26

Viveva in città, in via Mischi, e lavorava per una cooperativa al polo logistico di Castelsangiovanni, nel magazzino Leroy Merlin. Ma secondo la Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo, il 23enne egiziano Ibrahim Ahmed El Battawi era “un estremista islamico con una spiccata radicalizzazione, una marcata impronta antioccidentale e una particolare attrazione verso lo Stato Islamico e verso la jihad”, ossia la “guerra santa contro gli infedeli non musulmani”.
Come avevamo anticipato ieri, è indagato per terrorismo internazionale.
Al momento, non è considerato una minaccia attiva, ma un anello della catena della propaganda dell’Isis in Italia e in Europa.
A fargli il lavaggio del cervello e a iniziare il suo processo di radicalizzazione, sempre stando al copioso materiale raccolto dagli investigatori, era stato Issam Shalabi, il 22enne egiziano arrestato a Milano nella notte tra martedì e mercoledì.
Shalabi è considerato un “lupo solitario in Italia”, ma a tutti gli effetti “un soldato dell’Isis”.

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