Truffe online: 4 arresti, il braccio operativo dell’organizzazione vive a Castelvetro

16 Luglio 2019 15:56

Sequestri di beni per un milione e mezzo di euro e quattro arresti per associazione a delinquere finalizzata alle truffe online, frode fiscale e riciclaggio. Tocca anche Piacenza l’indagine denominata “Doppio Click” coordinata dalla Procura di Cremona e che ha visto in azione 150 finanzieri nelle province di Torino, Brescia, Milano, Genova, Mantova, Parma, Verona e appunto, Piacenza. Le indagini hanno portato alla luce l’attività di un gruppo che, attraverso siti di vendite online, ha truffato migliaia di ignari clienti. Tra gli arrestati c’è anche una delle menti, un uomo residente a Castelvetro, braccio operativo dell’organizzazione che realizzava materialmente le truffe. La base della banda era proprio Castelvetro e zone limitrofe, dove il gruppo si ritrovava in bar e appartamenti per pianificare le truffe.

Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Guardia di Finanza di Cremona sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, sono scaturite dalle decine di querele presentate dai clienti truffati. Il sodalizio criminale si avvaleva di diversi prestanome e società “cartiere” realizzando un meccanismo fraudolento finalizzato a riciclare a proprio vantaggio le provviste illecitamente accumulate attraverso diverse migliaia di truffe on-line.

Il disegno criminale prevedeva la costituzione di società (intestate a prestanomi) che, pubblicizzate su emittenti televisive e radiofoniche di rilievo nazionale, vendevano attraverso siti di e-commerce prodotti di vario genere (vini, buoni carburante, prodotti elettronici) a prezzi molto bassi. Le vendite erano riservate a titolari di partita iva e prevedevano un acquisto minimo non inferiore a mille euro, la metà del quale, doveva essere versato tramite bonifico al momento dell’ordine e la restante parte all’atto della spedizione.

Il cliente, oltre a non ricevere la merce non veniva nemmeno rimborsato dell’acconto versato. Il denaro, a quel punto, veniva riciclato attraverso un complesso procedimento fatto di operazioni irregolari: fatturazioni false a imprese risultate scatole vuote, riconoscimento di stipendi e benefit alle persone.

Operazione Doppio Click

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