Chem sex, Agosti: “Rischio intossicazione e dipendenza”. Alcuni casi anche a Piacenza

14 Febbraio 2020 12:08

Utilizzare droghe per facilitare il sesso e prolungare la durata delle prestazioni: il “chem sex” è una pratica nata in Gran Bretagna e ormai diffusa in Europa. Al pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza, nel 2019, si sono registrati alcuni casi di intossicazioni legate al chemsex che spesso viene sperimentato in feste private che si prolungano per tutto il weekend, all’interno di appartamenti con pochi invitati. Il mix di sostanze, reperibili su internet, risulta pericoloso per il rischio di dipendenza ma anche di intossicazioni. Il dottor Antonio Agosti, medico di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza dell’ospedale di Piacenza, ne ha parlato a Bologna al Congresso nazionale della Società italiana di Tossicologia, dove ha presentato una relazione sull’intossicazione acuta da Mefredone e Ghb.

Il lavoro del dottor Agosti (firmato insieme ai colleghi Elena Demichele, Andrea Vercelli e Andrea Magnacavallo) mette in luce “un grave problema sia sociale sia medico”.
“Mettere queste sostanze così liberamente a disposizione delle giovani generazioni espone i ragazzi, che ne fanno largo uso, a rischi di intossicazioni anche gravi, che possono portare fino alla morte e, in ogni caso, a problemi cognitivi etico-comportamentali e a disturbi neurologici. I consumatori – chiarisce lo specialista piacentino – non sono spesso consapevoli della pericolosità delle sostanze che assumono perché non vengono fornite loro le corrette informazioni”.

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