Le autorità giordane: “Calamità che potrebbe capitare ovunque”

21 Febbraio 2020 09:50

“Le cause dell’incidente vanno ricercate nelle piogge abbondanti abbattutesi negli ultimi giorni nella regione, che hanno indebolito il terreno. Si è trattato  di una calamità che avrebbe potuto verificarsi in qualsiasi altro Paese”. Suleiman al-Farajat, il presidente della Autorità regionale di Petra, spiega così la tragica morte dell’ingegnere piacentino Alessandro Ghisoni.
Il giovane, assieme alla moglie Sonia (nota fotografa, sposata nel luglio scorso) e ai cognati era quasi alla fine dello stretto canyon, il Siq, che porta alla “Città perduta” di Petra, quando una pietra staccatasi da una parete rocciosa a causa delle forti piogge dei giorni scorsi lo ha colpito in testa. Nonostante il primo intervento di due medici di passaggio e poi dei soccorritori, che lo avevano caricato su un’ambulanza per portarlo all’ospedale più vicino, non c’è stato nulla da fare.
Alessandro, stimatissimo ingegnere alla Bolzoni di Casoni di Podenzano, era appena arrivato in Giordania per una vacanza.

Le autorità locali hanno stanno cercando di ricostruire l’accaduto, ma la dinamica sembra semplice nella sua drammaticità: il gruppetto di piacentini stava percorrendo il lungo “corridoio” di rocce che porta al sito monumentale di Petra, quando Alessandro si sarebbe attardato per scattare un fotografia al panorama o girare un video. Proprio in quel momento, una pioggia di sassi lo ha investito e un masso lo ha colpito mortalmente.
Gli investigatori escludono che qualcuno possa aver lanciato le pietre, attribuendo la colpa del crollo alle forte piogge della notte di mercoledì.

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