Report: “Primo caso in una clinica di Piacenza”. Le precisazioni dell’Ausl
30 Marzo 2020 18:06
Il paziente uno potrebbe non essere il giovane di Codogno, ricoverato il 21 febbraio scorso per infezione da Coronavirus. Si tratterebbe, secondo una ricostruzione fatta dalla trasmissione di Rai3 Report e in onda questa sera lunedì 30 marzo, di un anziano ricoverato a gennaio in una clinica piacentina. Un’ipotesi che si fonderebbe sulla testimonianza di un’infermiera della struttura, secondo la quale il paziente, poi deceduto, dopo la diagnosi sarebbe stato portato via da personale che indossava tute da biocontenimento. La notizia è stata ripresa da diversi quotidiani online tra i quali Repubblica.
A tal proposito è arrivato un chiarimento da parte dell’Azienda sanitaria piacentina.
“Nei mesi di gennaio e febbraio 2020 i mezzi della sistema Emergenza Urgenza 118 di Piacenza non hanno fatto alcun intervento di trasporto indossando Dispositivi di Protezione Individuale per biocontenimento per pazienti in uscita né dalla Case di Cura Piacenza né dalla Casa di Cura San’Antonino – si legge nel testo -.Non trova alcuna corrispondenza nei registri della Centrale operativa 118 Emilia Ovest nemmeno il riferimento a un altro trasporto che, secondo l’articolo, sarebbe avvenuto il 17 febbraio dalla Casa di Cura Sant’Antonino. In quella data non risultano trasporti in urgenza verso l’ospedale di pazienti anziani che siano poi risultati positivi al virus covid-19.
Si fa invece presente come, nell’ambito della complessa emergenza affrontata dal nostro sistema sanitario provinciale dal 21 febbraio in poi, le Case di Cura Piacenza e Sant’Antonino si siano prontamente messe a disposizione della comunità. Le due strutture private accreditate gestiscono attualmente 170 posti letto dedicati ai malati covid, su un totale di 750 posti letto provinciali dedicati all’assistenza ai pazienti positivi, regolati secondo un accordo sottoscritto dalla Regione Emilia Romagna con Aiop. La scelta maturata dalla proprietà delle due Case di Cura è stata caratterizzata da un forte senso di responsabilità nei confronti del territorio. La collaborazione e l’apporto del privato sono stati essenziali per affrontare la complessità della situazione. Tra l’altro, nella Casa di Cura Piacenza sono state trasferite le attività di Pronto soccorso ortopedico e di Chirurgia senologica dell’ospedale di Piacenza, che erano state temporaneamente sospese per affrontare l’emergenza”.
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