Altri 14 morti a Piacenza. Venturi: “Ancora tanti pazienti in condizioni molto gravi” CONTAGIATI COMUNE PER COMUNE

10 Aprile 2020 17:53

Salgono a 693 i decessi da Coronavirus nella nostra provincia: il bilancio si è infatti aggravato oggi con ulteriori 14 morti. “Si tratta di persone che erano state ricoverate nel momento massimo dell’epidemia – ha detto il Commissario regionale per l’emergenza, Sergio Venturi – e purtroppo possiamo aspettarci che per qualche tempo questo dato non crollerà perché ci sono ancora molti pazienti in condizioni molto gravi”.

I contagiati piacentini sono 3.049, con i 29 di oggi: una crescita attorno all’1%, in linea con gli ultimi giorni.

CONTAGI IN EMILIA-ROMAGNA- Sono 19.128 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 451 in più rispetto a ieri: 3.049 a Piacenza (29 in più rispetto a ieri), 2.473 a Parma ( 52 in più), 3.630 a Reggio Emilia (125 in più), 2.930 a Modena (63 in più), 2.621 a Bologna (91 in più), 333 a Imola (7 in più), 566 a Ferrara (3 in più). In Romagna sono complessivamente 3.616 (81 in più), di cui 766 a Ravenna (25 in più), 608 a Forlì (8 in più), 491 a Cesena (10 in più), 1.651 a Rimini (38 in più). E hanno raggiunto quota 85.884 i test effettuati, 4.169 in più. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, venerdì 10 aprile, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

DECESSI – Gli 81 nuovi decessi (47 uomini e 34 donne) riguardano 14 residenti nella provincia di Piacenza, 19 in quella di Parma, 9 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 3 a Ferrara, 8 nella provincia di Forlì-Cesena (tutti nel forlivese), 5 in quella di Rimini, nessun decesso si è verificato nella provincia di Ravenna e nel Cesenate.

ISOLAMENTO E GUARIGIONI – A livello regionale, intanto, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 3.381 (+278), delle quali 1.861 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 1.520 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi. Sempre in Emilia Romagna, poi, complessivamente 8.376 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (338 in più rispetto a ieri). 349 le persone ricoverate in terapia intensiva: 6 in meno di ieri. E diminuiscono anche i pazienti ricoverati in terapia non intensiva, negli altri reparti Covid (-126).

632 POSTI LETTO A PIACENZA – Da Piacenza a Rimini prosegue il lavoro all’interno della rete ospedaliera per il piano di rafforzamento dei posti letto messo a punto dalla Regione: sono complessivamente 5.074 quelli rilevati oggi, tra ordinari (4.501) e di terapia intensiva (573). Nel dettaglio: 632 posti letto a Piacenza (di cui 46 per terapia intensiva), 1.080 Parma (69 quelli di terapia intensiva), 665 a Reggio Emilia (64 terapia intensiva), 543 a Modena (86 terapia intensiva),1.135 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (163 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 264 Ferrara (38 terapia intensiva), 755 in Romagna, di cui 107 per terapia intensiva (nel dettaglio: 205 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 131 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva, a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 24a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 99 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 30 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva).

REQUISIZIONI – Oggi (10 aprile) all’Interporto di Bologna, a seguito di un’operazione svolta dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, in stretta collaborazione con la Guardia di Finanza, 49.000 mascherine chirurgiche e 21.000 FFP3 che sono state consegnate a funzionari dell’Agenzia regionale Protezione civile e depositate nel magazzino del Frullo (Bologna), da cui verranno successivamente redistribuite sul territorio per le esigenze segnalate dalle strutture sanitarie ed ospedaliere.

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