“Aprire o morire”: la protesta di pubblici esercizi e negozi pronti a scendere in piazza

29 Aprile 2020 15:02

“Aprire o morire”. Un comitato di piccoli esercenti piacentini – un centinaio in totale – lancia un grido d’aiuto estremo: “Le difficoltà economiche sono ormai insostenibili. Abbiamo bisogno di rialzare le saracinesche, oppure di accedere ad aiuti concreti e immediati. Altrimenti il destino delle nostre attività sarà irreversibile”. A farsi portavoce del gruppo è Emiliano Arcelloni, responsabile di una piccola azienda di catering: “Molti baristi, ristoratori e titolari di negozi di abbigliamento rischiano di chiudere per sempre. Chiediamo che, già in questi giorni, le amministrazioni comunali di città e provincia garantiscano nero su bianco l’azzeramento della tassa sui rifiuti e del canone di plateatico, nonché la possibilità di ampliare il dehors esterno senza alcun costo. Nell’ottica della futura riapertura dei negozi, infatti, gli spazi esterni saranno fondamentali per il distanziamento sociale. In caso contrario, mercoledì 6 maggio scenderemo in piazza per rivendicare un aiuto decisivo alle piccole attività commerciali”.

Nel frattempo, gli esercenti aderenti al moto di protesta hanno iniziato ad appendere sulle proprie saracinesche (abbassate in seguito ai decreti anti-Covid) striscioni e cartelloni con lo slogan “Aprire o morire”.

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