Le volte delle navate di San Lorenzo come non le avete mai viste

16 Giugno 2020 05:00

Le telecamere di Telelibertà sono salite sino al sottotetto della chiesa Ex San Lorenzo di Piacenza e, per la prima volta, ne hanno catturato i segreti e l’eterna bellezza con le volte delle navate illuminate da punti luce naturali. “Da 30 anni a questa parte nessuno aveva messo piede qui, se non per effettuare lavori di manutenzione – spiega l’architetto Marcello Spigaroli, che ha accompagnato la troupe alla scoperta di un luogo magico e suggestivo. Un luogo difficile da raggiungere, se non tramite cunicoli e scale di fortuna, ma di un fascino che lascia senza parole. “Siamo saliti lungo il blocco che costituiva il campanile che oggi non esiste più – racconta Spigaroli – fino a raggiungere la navata centrale che guarda in direzione piazza Duomo tramite due finestre che mostrano la cattedrale e la chiesa di Sant’Antonino. Il tetto è conservato molto bene, grazie ai lavori effettuati. I tiranti ancorano la facciata al resto della struttura. Le capriate, che definiamo ottocentesche, sono state sostituite nel tempo . Curiose sono le ottime condizioni in cui troviamo tutta la struttura muraria che avvolge le volte – sottolinea l’architetto piacentino – e questo dimostra la perizia con cui sono state costruite”. La speranza è di poter rendere fruibile anche ai cittadini questa parte sconosciuta che nessun visitatore, fino ad oggi, ha mai potuto vedere dal vivo. “Sarebbe un sogno, conclude Spigaroli – questa struttura ci racconta come si regge un’architettura gotica”.

Intanto, proprio nei giorni scorsi, durante i lavori di restauro della chiesa, che dovrebbe aprire il prossimo autunno, (l’intervento ha subito un brusco stop dovuto all’emergenza Coronavirus), è emersa una decorazione in una cappella della navata destra, sotto allo strato di pece che ricopre le pareti dell’ edifico. Si intravede la parte di una città turrita con una cinta muraria, in primo piano la vegetazione e, sullo sfondo, colline che ricordano quelle piacentine. In mezzo purtroppo è rimasto un buco che danneggia l’opera. A portarla alla luce i lavori della Rest di Carlo Loranzi, che ha ottenuto per 20 anni dal Demanio la concessione dell’edificio e il cui obiettivo è trasformare la chiesa, trecentesca, in un auditorium da circa 500 posti. La funzionaria della Soprintendenza Anna Còccioli Mastroviti, stamattina ha effettuato un sopralluogo per verificarne l’origine e la datazione.

 

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