Un gruppo di piacentine: “Chiudete i gruppi Telegram di revenge porn”

25 Giugno 2020 04:30

“Vi mostro una mia ex… super amatoriale”. Ci sono scatti rubati nell’intimità e foto private diffuse a chiunque nel gruppo Telegram che alcune ragazze piacentine hanno scovato tra le ombre dei social network. E purtroppo ci sono anche loro immagini: “Ci eravamo fidate, abbiamo sbagliato. Che orrore!”. A parlare è una studentessa piacentina che si è fatta portavoce di altre donne (giovani e adulte) vittime del cosiddetto revenge porn, cioè la condivisione pubblica di fotografie a sfondo sessuale a scopo vendicativo e senza il consenso della persona ritratta: “Abbiamo aperto un gruppo Whatsapp – racconta in maniera anonima – che raggruppa quasi venti ragazze della nostra città colpite da questo fenomeno riprovevole. Insieme ci facciamo forza, vogliamo denunciare l’accaduto. Ma non è facile”.

“Durante il lockdown da Coronavirus, nelle lunghe giornate trascorse in casa – ricorda una di loro – sono venuta a conoscenza di un forum online molto frequentato, pieno di commenti beceri e sessisti. Sono andata a curiosare e ho trovato una discussione incentrata sulla nostra provincia: Chi ha materiale amatoriale di Piacenza?“. E qui, da questa domanda, si apre la botola dell’abisso-social: “Sono andata fino in fondo. Mi sono finta un uomo con un nickname falso e ho ottenuto l’indirizzo per accedere a un canale Telegram privato, chiamato “Piacenza e dintorni”, visibile solo tramite un link apposito. Purtroppo, ben presto ho ritrovato le fotografie intime anche di alcune ragazze che conosco. Certe immagini erano esplicite, altre avevano il volto oscurato ma le iniziali di nome e cognome. Ho subito avvertito le vittime di questo gruppo virtuale, quantomeno quelle di cui avevo il contatto. E con il passaparola delle amiche, per fortuna, la voce è arrivata a molte dirette interessate. Che brutta sensazione… Ex fidanzati, uomini conosciuti da poco o persino fotografi hanno condiviso queste immagini private. Si parlava addirittura del filmato porno di una minorenne”.

Cosa fa più male? “Pensare che dietro al fenomeno del revenge porn e della strumentalizzazione del corpo femminile ci siano persone della nostra città – risponde la giovane – persone che potrei vedere in giro ogni giorno. È terribile. L’auspicio – conclude – è che le forze dell’ordine riescano a chiudere questi gruppi Telegram e, soprattutto, a perseguire i responsabili”.

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