“Non ne potevo più dei modi di Montella”. Le parole del giovane da cui è partita l’Odysseus

30 Luglio 2020 04:12

“Vado al Sert e sto smettendo con le droghe. Adesso sono pulito. E anche se ho paura, penso di aver fatto una cosa buona, perché tutto è venuto a galla”. Sono state le rivelazione del giovane marocchino cresciuto a Piacenza, a far partire l’indagine Odysséus, che ha fatto emergere violenze, torture, connivenze con un gruppo di spacciatori-informatori, traffici di stupefacenti e arresti illegali all’interno della caserma Levante di via Caccialupo. E che ora, per mezzo dell’avvocato Andrea Bazzani, chiede di essere nuovamente interrogato. L’indagine finora ha portato all’esecuzione di 23 misure cautelari, che toccano dieci carabinieri, cinque dei quali in carcere, e ha individuato come figura chiave quella del brigadiere Peppe Montella, principale artefice, secondo l’accusa, del sistema criminale proliferato dentro e intorno alla caserma. “L’ho conosciuto quando ero un ragazzino. Avevo quindici anni e giocavo a calcio nel Pro Piacenza come terzino destro. Montella per qualche mese ha fatto il preparatore atletico”.

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