Sindacati pensionati su Covid nelle case di riposo: “Non accettiamo il silenzio dell’Ausl”
30 Luglio 2020 11:18
“E’ necessario un cambio di passo nella sanità piacentina. Nessuna critica a medici e infermieri, ma un richiamo alle responsabilità di governo del sistema nei confronti della Ausl di Piacenza, dimostratasi finora poco attenta alle richieste dei pensionati piacentini”. Così scrivono i vertici dei sindacati pensionati piacentini di Cgil, Cisl e Uil in una nota stampa dopo la mancata risposta dell’azienda sanitaria rispetto “alle preoccupazioni per l’evoluzione della pandemia in autunno”, e la relativa risposta del sistema socio-sanitario.
“Dopo mille morti, in prevalenza anziani, deceduti nella nostra provincia a causa del virus – scrivono SPI CGIL, FNP CISL e UIL Stu 1 Piacenza Pensionati – abbiamo sollecitato pubblicamente, ormai due settimane fa, una serie di iniziative all’Ausl e non solo, ma che comunque vedevano al centro l’azienda con l’obiettivo di costruire una sanità più forte e reattiva in difesa di tutti, anziani e soggetti fragili in primis. Oggi, ci tocca dire pubblicamente che “non possiamo accettare il silenzio della direzione sanitaria” – scrivono Luigino Baldini (Spi CGIL), Aldo Baldini (Fnp CISL), Pasquale Negro (Uilp UIL).
RIORGANIZZAZIONE – “Devono essere riorganizzate e messe in sicurezza, nel pieno rispetto di tutte le normative regionali in materia, le strutture nelle quali si sono presentati casi di Covid 19, sia per anziani non autosufficienti (CRA) sia le case di riposo (RSA). Strutture – scrivono i pensionati – che vanno messe sotto osservazione anche a proposito delle rette alte”. Ai segretari dei pensionati confederali non è arrivata alcuna interlocuzione, dicono, e parlano di “muro di gomma” dagli uffici della direzione sanitaria Ausl piacentina. “Occorre fare squadra e chiarezza: nessuno può dire che l’emergenza è conclusa, e la stessa Regione Emilia-Romagna vuole far luce sui decessi nelle strutture per anziani, alcuni tra i luoghi più colpiti dall’epidemia. Un tavolo di confronto specifico a livello regionale ha l’obiettivo di riprogettare i servizi e in questo percorso il ruolo delle parti sociali è determinante”.
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