Mutilati in servizio, 20 pratiche nel 2020. “Aiutare gli altri, una vittoria”
21 Settembre 2020 04:21
La sede dell’Unms (Associazione nazionale mutilati in servizio) di Piacenza si trova in piazza Casali accanto alla chiesa del Carmine. L’edificio, che risale al 1938 su progetto dell’architetto Alfredo Soressi, si presenta con un corpo centrale cilindrico, da cui si innalza una torre ottagonale e il portone è in ferro battuto al di sopra del quale è riportata la scritta: Casa del mutilato.
Come si legge sul sito, l’associazione tutela tutti coloro che alle dipendenze dello Stato e degli enti locali, territoriali ed istituzionali, hanno riportato mutilazioni ed infermità in servizio e per causa di servizio militare e civile.
Si tratta di una delle numerose realtà del panorama del volontariato. I soci vengono aiutati a districarsi nel mondo della burocrazia. Una ventina le pratiche seguite nell’anno del lockdown, mentre negli altri anni sono circa 40. Si tratta di documentazioni relative a pensioni, collocamenti obbligatori, aggravamenti della malattia ma anche soggiorni terapeutici.
A Piacenza gli iscritti sono 154, dal 2014 il presidente è Maurizio Rivetti, ex dipendente del Polo di Mantenimento pesante.
“Aiutiamo i soci e le vedove a districarsi nel mondo della burocrazia ma non solo – spiega Rivetti -. A volte riusciamo a recuperare materiale utile da donare a chi ne ha effettivo bisogno e per noi è una vittoria”.
Il labaro dell’Unione nazionale mutilati per servizio, decorato con quattro medaglie d’oro e una d’argento è sempre presente alle cerimonie civili e militari. L’ultima medaglia è quella dedicata all’appuntato dei carabinieri Luca Di Pietra morto in un inseguimento il 29 settembre 2014.
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