“Quel giorno tre carabinieri mi hanno picchiato e rotto un dente”

08 Ottobre 2020 18:40

La foto simbolo dell’operazione Odysseus (che portò all’arresto di sei carabinieri con varie accuse tra le quali spaccio e tortura) era quella di un giovane straniero a terra sanguinante dopo l’arresto ad opera dei carabinieri della caserma Levante. Il 25enne nigeriano Israel Anyanku, questa mattina, giovedì 8 ottobre, era in Tribunale a Piacenza convocato per l’incidente probatorio davanti al gip Luca Milani e ad alcuni dei carabinieri finiti in carcere, tra loro l’appuntato Giuseppe Montella, considerato il leader dei militari della Levante.

Israel Anyanku era stato fermato in via Colombo a Piacenza e portato in caserma il 27 marzo scorso durante il lockdown. Secondo gli inquirenti i militari avrebbero operato un arresto illegale e dichiarato il falso nei verbali oltre ad aver procurato lesioni al 25enne.

Il giovane nigeriano questa mattina è entrato in aula alle 9.30 ed è uscito alle 13.“Mi sentivo male ed ero imbarazzato nel rivedere i carabinieri – ha riferito Israel Anyanku ai cronisti all’uscita -. Ho raccontato quello che è successo quel giorno. Erano tre carabinieri, mi hanno picchiato e mi hanno rotto un dente. Non so perché lo hanno fatto. Io non avevo la droga e non spacciavo. Io ho detto la verità”.

Il 25enne in Italia da cinque anni, è arrivato a Piacenza da Foggia dove è impegnato nella campagna del pomodoro.
Altre tre persone sono state chiamate oggi a testimoniare in tribunale per la seconda parte dell’incidente probatorio, si tratta di un egiziano 24enne che sarebbe stato vittima del primo episodio di tortura contestato ai carabinieri della Levante e poi altri due giovani, un ecuadoriano 21enne e un albanese di 28 anni.

 

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