Covid e psicologia: “Seconda ondata più faticosa. Sanitari stanchi”

09 Novembre 2020 03:31

La paura del contagio e di un futuro incerto hanno caratterizzato i pensieri di gran parte della popolazione nella prima ondata di Covid tra febbraio e maggio provocando stati di ansia e depressione. L’estate è stata un sollievo, molti pensavano che ormai fosse tutto finito, un’emergenza che apparteneva al passato. “La seconda ondata – spiega Paola Frattola, coordinatrice dell’equipe Psicosociale per l’emergenza dell’Ausl – rischia di essere, a livello psicologico, ancora più faticosa della prima proprio perché ci si aspettava che il peggio fosse passato”.

SETTECENTO CONSULENZE – Dall’inizio della pandemia sono state 700 le persone seguite dall’equipe formata da 25 professionisti che hanno ascoltato operatori sanitari, persone che a causa del Covid hanno subito un lutto e tanti cittadini che hanno avvertito il peso psicologico dell’epidemia e delle restrizioni.

OPERATORI SANITARI – “Gli operatori sanitari – spiega Michela Monfredo, referente psicologica dell’ospedale – stanno affrontando una fase di stanchezza e di paura perché ormai conoscono il nemico. Nella prima fase avvertivano incredulità, ansia, incertezza e senso di impotenza. Ora temono di non avere la forza di vivere un’altra volta tutto il dolore della prima ondata e non hanno ancora smaltito la stanchezza di quel periodo”.

BAMBINI E ANZIANI – Se i bambini hanno grande capacità di adattamento e riescono a vivere una “pseudo normalità” continuando ad andare a scuola, tra gli adolescenti e gli anziani si registrano disagi per la privazione di alcune libertà, riferiscono gli esperti. Le due categorie risultano anche accomunate talvolta anche dalla sottovalutazione del problema, i ragazzi perché si sentono invincibili, gli anziani perché tendono a pensare “ne ho già passate tante, cosa vuoi che sia questa”.

DONNE – “Tra la popolazione, le donne in particolare hanno avuto una grande capacità di adattamento e hanno mostrato una grande forza – spiega Luca Bramatti, responsabile del programma di psicologia clinica – si sono fatte carico dei problemi dei figli, dei genitori e della gestione dell’emergenza. Sono state loro in gran parte a contattarci per capire in che modo comportarsi”.

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI – Il consiglio principale degli psicologi è quello di vivere il presente e non cercare un orizzonte di medio lungo termine. Gli esperti invitano a mantenere i contatti attraverso la tecnologia quando non è possibile di persona, fare attività fisica e cercare aree di benessere che possono rilassare come cucina, giardinaggio, lettura e altro.

UN NUMERO PER CHIEDERE AIUTO – L’Azienda sanitaria ha attivato un numero, il 349-7217345, a disposizione di tutti coloro che hanno necessità di supporto psicologico. La linea è attiva da lunedì a venerdì dalle 14 alle 17.

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