Ponte Lenzino, dallo sconforto alla protesta: sabato manifestazione

14 Aprile 2021 00:04

Giorni di attesa, di guerra fredda, ma col passare delle settimane non c’è stato nessun dietrofront al progetto del ponte Lenzino, e allora lo sconforto dei sindaci e della valle è diventato indignazione, è nato un comitato, sono state raccolte più di mille firme in poche ore, poi l’indignazione è schiumata in rabbia – “Ci passano sopra la testa, nemmeno ci rispondono” – e ora basta, dicono, sarà protesta. Ieri mattina il presidente dell’Unione montana Roberto Pasquali ha inoltrato alla prefettura la richiesta di autorizzazione alla manifestazione pubblica, questa volta fisica, non più dietro gli schermi, per chiedere un ponte Lenzino nuovo, fuori dal tracciato di quello crollato il 3 ottobre. La data proposta è quella di sabato, l’orario alle 16, per dare a più persone possibili la possibilità di partecipare, restando distanziati, all’aperto e con mascherina per prevenire i rischi del Covid. Viene spiegato che, nel caso in cui la prefettura dia il suo ok all’iniziativa, sarà allestito un servizio d’ordine proprio per evitare assembramenti, anche perché sono attese centinaia di persone per chiedere venga accolta la richiesta di riaprire un dialogo e ricucire lo strappo.

“Il nuovo ponte si farà sui ruderi del vecchio”, è stata infatti la presa di posizione di Soprintendenza, Anas, ministeri e da lì, da quel giorno, non ci si è mossi di un millimetro. I sindaci dell’Unione hanno preparato una lettera da sottoporre ai parlamentari e ai consiglieri regionali piacentini, ma anche agli amministratori locali, per chiedere loro di aiutarli nella lotta per avere un ponte che raddrizzi alcune curve della “45” e taglia via le frane che premono da monte. Sono 200 le adesioni cartacee arrivate al comitato, 520 quelle via mail, alcune delle quali contengono più nominativo. Si punta ad arrivare a 2mila adesioni. Si può firmare non solo nei municipi, ma anche al Barrio a Travo, alla caffetteria Mondani a Bobbio, al Pd Cafè sempre a Bobbio, al Cafè Bistrot, e ancora al bar Primo a Marsaglia, al Due Valli sempre a Marsaglia, alla bottega della Bruna a Cerignale, al bar Genova a Ottone. Ci sono adesioni già da amministratori della pianura, anche di altre valli. Ci sono titolari di librerie, musicisti, sacerdoti. C’è chi cita don Michele Tosi, il suo canto sulla “45”, quando si sperava per l’anno 2020 fosse tutto a posto. Siamo nel 2020. «Il parere di chi è portavoce di persone residenti, di chi lavora, d chi presidia il territorio è un parere sovrano che merita il mio rispetto, ecco perché firmo», scrive qualcuno allegando il suo “Ci sarò”. Questa volta sarà davvero protesta.

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