Assenteismo in Comune, partito il processo per sette. Uno solo è ancora in servizio

13 Luglio 2021 17:39

Si è aperto questa mattina in tribunale il processo a carico dei sette dipendenti del Comune di Piacenza che hanno scelto la via del rito ordinario nell’ambito del procedimento a carico dei cosiddetti “furbetti del cartellino”.
Di questi sette, attualmente in servizio a Palazzo Mercanti ne è rimasto uno solo, mentre due sono andati in pensione e quattro sono stati licenziati.
Devono rispondere a vario titolo di truffa ai danni della pubblica amministrazione, peculato (ad esempio aver utilizzato l’auto di servizio per commissioni personali) e di essersi fatti timbrare il cartellino da altri, mentre si trovavano in realtà altrove e non al lavoro.
L’udienza di oggi si è concentrata soprattutto su passaggi tecnico-burocratici, il dibattimento inizierà nella prossima, calendarizzata l’11 gennaio 2022.

Lo scandalo dei “furbetti del cartellino” esplose nel giugno 2017 in seguito a un’indagine della polizia municipale e della guardia di finanza. Per Palazzo Mercanti fu un vero terremoto: cinquanta indagati, quasi il 10% degli allora 630 dipendenti comunali, con l’ufficio manutenzione travolto dalla bufera e praticamente azzerato.
Se per 31 lavoratori il pm aveva chiesto il processo, la posizione di altri 18 era stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari.
Parallelamente l’Ufficio procedimenti disciplinari del Comune prese in esame la posizione dei dipendenti finiti sotto la lente degli investigatori. Ne scaturirono dieci licenziamenti e numerose sanzioni disciplinari.

A gennaio 2021 sono arrivate le prime sentenze per chi aveva scelto riti alternativi: in quattro patteggiarono pene da 6 mesi a un anno e 4 mesi.

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