“Costretti a fare il cavalcavia a piedi” La protesta per il bus dei residenti di Borgotrebbia
30 Ottobre 2021
Sono passati quasi due anni dalla loro prima rimostranza. Senza alcun esito. Le loro istanze non sono state prese in considerazione dalle istituzioni. Ma loro non ci stanno e rilanciano una protesta che nasce dalla rivendicazione di diritti uguali per tutti, ancor di più per gli anziani. “Noi non fermiamo”, dicono. E la loro età anagrafica poco conta. Ma non vogliono sentirsi ignorati e considerati cittadini di serie B.
Sono gli anziani, ma non solo, che abitano a Borgotrebbia nella zona oltre il cavalcavia sulla autostrada A21, tra le strade Camposanto vecchio e dell’Aguzzafame, che tornano a protestare per la soppressione di numerose corse del bus presso la loro fermata, che li obbliga – estate, inverno, nebbia, gelo, caldo torrido o pioggia – a percorrere a piedi il cavalcavia per raggiungere la fermata più vicina, a 400 metri in via Berzolla.
Ora, tra una corsa e l’altra, passa almeno un’ora. Troppo, per chi ha un appuntamento in città, ad esempio dal medico.
Una protesta partita due anni fa, già documentata dalle telecamere di Telelibertà, e in questi mesi approdata prima sulla scrivania del sindaco, poi su quella dell’assessore alla Mobilità e dei Servizi al cittadino e infine negli uffici di Tempi.
“Questi signori hanno detto che le cose rimangono così – spiega Augusta Tiramani, portavoce del gruppo di residenti che protesta -, sono stati intransigenti, non hanno voluti sentir ragioni”.
I residenti spiegano che “ora i bus, quando ripartono dal capolinea di via Berzolla, percorrono un lungo tragitto ad anello e senza fermate lungo via Talamoni, costoso, e che potrebbe essere sostituito dal prolungamento alla loro fermata”.
Non ci stanno quindi ad essere trattati da cittadini di serie B, meno importanti e considerati degli altri, in una città e in una società che mettono i diritti, soprattutto di anziani e persone fragili, al primo posto, anche al di sopra delle righe di bilancio.
E quindi non si fermano. Non li spaventa né quante primavere hanno sulle spalle, né la refrattarietà delle istituzioni. E sono pronti a portare avanti la loro battaglia, anche coinvolgendo tg e trasmissioni nazionali.
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