Vaccini e tamponi falsi per il Green pass a 250 e 500 euro: arrestata infermiera

02 Febbraio 2022 12:52

Secondo gli investigatori avrebbe iniettato soluzioni fisiologiche al posto del vaccino anti-Covid, e avrebbe fatto risultare positivi i tamponi antigenici per garantire fasulli Green pass ad amici e conoscenti no vax. Per questo motivo un’infermiera di 50 anni di Piacenza è stata arrestata, questa mattina 2 febbraio, dai carabinieri di Piacenza, con l’accusa di corruzione e falso in atto pubblico. Con lei, nei guai, è finito un complice, che si trova ora agli arresti domiciliari, accusato di averle procurato i clienti.

La donna, dipendente dell’Ausl di Piacenza, operava come volontaria all’interno dell’Hub vaccinale dell’ex Arsenale di Piacenza dove – secondo le accuse – portava le persone, contrarie alla vaccinazione, raccontando ai colleghi di doverle vaccinare personalmente perché si fidavano solo di lei”.

In realtà la vaccinazione era del tutto fasulla. La donna, per la prestazione, si faceva pagare 250 euro a “vaccino”. La donna, inoltre, collaborando con una farmacia della città, effettuava tamponi – sempre secondo gli investigatori – che faceva risultare positivi, così da garantire il Green pass ai compiacenti clienti.

Nel corso dell’attività, i carabinieri hanno accertato che un altro soggetto, destinatario degli arresti domiciliari, si adoperava per mettere in contatto con la paramedica numerose persone interessate alla falsa certificazione. Sono stati individuati 18 individui ritenuti responsabili di aver corrisposto denaro per ottenere fraudolentemente l’attestato verde ed è sotto indagine il comportamento di tre infermieri del centro vaccinale di Piacenza.

Le indagini sono partite dalla segnalazione alla Procura della Repubblica da parte dell’Ausl e grazie al racconto della parente di una persona ricoverata in gravi condizioni, in terapia sub-intensiva all’ospedale di Piacenza, che risultava essere vaccinata ma che in realtà si era rivolta alla donna per ottenere le “finte” dosi.

L’infermiera – secondo la Procura – operava in questo modo per soli fini economici. Si faceva pagare 250 euro per la fasulla vaccinazione e 500 euro per il tampone.
Le indagini sono durate un mese, si presume che il giro fosse molto più ampio. È stato appurato che a lei si rivolgevano anche intere famiglie. Due persone, che sono risultate poi realmente positive sono state redarguite dall’infermiera: “Dovevate tornare da me – ha detto – vi avrei fatto risultare negative”. “Un comportamento – fanno sapere dalla Procura – che denota il totale disinteresse della 50enne per la salute dei cittadini. Avrebbe infatti lasciato i due no vax senza cure e liberi di circolare con il Covid.

“Un fatto gravissimo – sottolinea Grazia Pradella Procuratore capo di Piacenza – soprattutto se pensiamo che Piacenza è stata la città che, a livello nazionale, ha pagato il prezzo più alto in termini di vite perse a causa del Covid”.

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