Padre Segalini riparte per la missione di Dondi in Congo. Rimarrà fino a settembre

06 Febbraio 2022 02:55

Dopo qualche mese trascorso nella sua Podenzano, padre Romano Segalini torna in Congo, nella missione comboniana di Dondi, nel nord est del paese africano dove ha fondato il Centro di formazione pastorale e sociale Paolo VI, un luogo in cui viene offerta la formazione scolastica, professionale, spirituale ai laici (dai ragazzi agli adulti), ai religiosi e ai sacerdoti.

Mercoledì 9 febbraio, padre Segalini ripartirà per il Congo, in cui opera dal 1976 e dove ha costruito anche scuole e ospedali, e sarà accompagnato da monsignore Giancarlo Dallospedale, direttore dell’ufficio missionario diocesano. Un viaggio da cui padre Segalini auspica la nascita di una collaborazione tra le diocesi di Isiro, dove si trova la sua missione, e quella di Piacenza-Bobbio per dare la possibilità a qualche seminarista di venire a studiare al Collegio Alberoni, ed anche una collaborazione tra la facoltà di agraria dell’Università cattolica di Piacenza e l’università di agricoltura in Congo. Si fermerà fino a settembre, lasciando poi il posto a sacerdoti locali che proseguiranno il lavoro impostato da padre Romano. “La comunità dei comboniani in Congo – spiega padre Segalini – ha scelto di continuare l’impegno nel centro di formazione e a questo scopo stanno preparando due sacerdoti che possano prendere il posto dei veterani, tra cui il sottoscritto. Io penso di tornare in Italia per lasciare il posto e non condizionare il lavoro di chi arriverà”.

Il viaggio – informa il missionario – sarà l’occasione per verificare l’avanzamento delle attività delle strutture di Dondi, nelle scuole e nell’ospedale, che a breve vedrà nuovi 10 posti letto, arrivando così a 92, e la presenza di un ecografo e di un nuovo microscopio. Manca ancora una macchina per le radiografie, per la quale occorreranno circa 12mila dollari. Alcune realtà podenzanesi (come l’Avis che ha donato 500 euro) e piacentine hanno contribuito economicamente per consentire l’acquisto dello strumento.

Il paese è stato fortunatamente risparmiato dalla pandemia di Covid. “Si è registrato solo qualche raro caso – spiega padre Segalini – ed ora lo Stato sta sensibilizzando alle vaccinazioni, ma la popolazione ha sempre attuato il distanziamento, il lavaggio delle mani e anche l’utilizzo delle mascherine, realizzate artigianalmente”. Se il Covid non preoccupa, c’è però il problema della sicurezza. “Nel nord est del Congo, a circa 400 chilometri da Dondi – dice il missionario – i ribelli uccidono in modo barbaro per prendere possesso delle terre. La popolazione del Congo ha fatto manifestazioni affinché la Monusco, la missione di pace Onu in Congo, se ne vada perché non protegge la gente. Io sono preoccupato perché in quella zona ci sono quattro giovani che ho mandato a studiare, una ragazza per il dottorato in medicina, un ragazzo per l’ecografia e radiologia, uno per odontoiatria e uno per l’informatica”.

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