“I soldi per la corruzione arrivavano da appartamenti venduti in nero”

13 Febbraio 2022 03:05

“Nelle registrazioni contabili gli appartamenti figuravano venduti a prezzi più bassi del reale incasso, così da creare fondi neri per corrompere i diversi interlocutori pubblici”. Passa per il nuovo palazzo al civico 3 di via Genova una delle ipotesi accusatorie formulate dai magistrati dell’inchiesta sulla corruzione fra imprenditori, funzionari pubblici e politici che ha terremotato la nostra provincia.
Quel lussuoso fabbricato sorto nel giro di due anni – tra la metà del 2017 e la fine del 2019 – al posto di un distributore è finito al centro dell’indagine nel capitolo dedicato a Piacenza-città per la presunta tangente da tremila euro che il costruttore Nunzio Susino, indicato nell’ordinanza del gip Luca Milani come il pivot dell’associazione a delinquere dedita all’attività corruttiva, avrebbe dato all’onorevole Tommaso Foti per esercitare sull’assessora all’Urbanistica Erika Opizzi, sua compagna di partito (FdI), l’influenza utile a ottenere una vantaggiosa convenzione contrattuale per la gestione del parcheggio pubblico realizzato sotto il palazzo.

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