Strade e piazze di Nibbiano: nel libro di Alberto Borghi la storia delle denominazioni

16 Febbraio 2022 01:42

Si chiama Strade e piazze di Nibbiano, breve storia delle denominazioni, il libro con cui Alberto Borghi, studioso e appassionato di storia locale conosciuto anche per essere stato sindaco di Nibbiano tra il 1992 e il 2004, tenta un’opera di ricucitura della memoria collettiva partendo dallo studio dei nomi delle vie e delle piazze. Il libro, che a Nibbiano sta andando letteralmente a ruba, ha alle spalle certosine ricerche d’archivio, studi, raccolta di materiale storico.

“Sono anni e anni – dice l’autore – che raccolgo materiale, mi documento in Archivio di Stato, raccolgo informazioni, notizie storiche e anche mappe e cartoline della Nibbiano di un tempo». Borghi, tra l’altro, passato in rassegna tutte le delibere di giunta e i resoconti dei consigli comunali di Nibbiano (oggi confluito in Alta Val Tidone) dal 1854 fino ai giorni nostri, per trovare traccia degli atti amministrativi che documentano le varie intitolazioni. Altro materiale lo ha recuperato anche nell’Archivio storico del comune, di cui all’epoca in cui era primo cittadino aveva promosso il restauro. “L’idea del libro – dice – è nata quasi per caso. Dopo tante ricerche volevo condividere i risultati delle mie ricerche”.

Sfogliando il libro si apprende ad esempio che a Nibbiano un tempo si spremevano uva e mele per la produzione di sidro in un cantone detto del Torchio, oggi vicolo Matteotti. Ci sono anche cenni a personaggio come il farmacista Luciano Sozzi, lo storico medico condotto Pietro Manara, Concetta Marozza prima donna eletta in consiglio comunale a Nibbiano e prima donna ad diventare assessore. Vengono riprodotte alcune cartoline che ritraggono la Nibbiano di una volta, carte e mappe che documentano come è cambiato il territorio e come si è trasformata l’urbanistica. Nella prefazione Borghi scrive: “I diversi periodi storici si ritrovano nelle intitolazioni di piazze e strade. Accanto agli illustri protagonisti del Risorgimento, che hanno condotto alla nascita del Regno e dell’Unità d’Italia, ritroviamo voci e volti maggiormente legati alla realtà locale ed alcune denominazioni scomparse: le più vere, forse, autentici ritratti dei luoghi, del paesaggio e delle attività lavorative che vi si svolgevano”.

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