La guerra mette in crisi il settore agricolo. Coldiretti: “Prezzo del grano alle stelle”

24 Febbraio 2022 14:08

Dolore e sgomento per le notizie che arrivano dall’Ucraina. Lo scoppio della guerra non può che suscitare preoccupazione soprattutto per i civili coinvolti dagli attacchi sferrati dalla Russia. Un evento così drastico comporta conseguenze in tutti gli ambiti e tutto il mondo attende gli sviluppi di un conflitto che nessuno avrebbe voluto commentare.

Le prime conseguenze si notano sul piano economico: i prezzi di petrolio e grano sono balzati alle stelle. I prezzi del grano, per esempio, sono cresciuti del 5,7% in un solo giorno raggiungendo il valore massimo da 9 anni a questa parte.  L’aumento delle quotazioni delle materie prime – sottolinea Coldiretti – ha interessato anche i prodotti base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti come la soia che ha raggiunto il massimo dal 2012 e mais che è al massimo da otto mesi. Le ripercussioni di questo rapido aumento interessano quindi l’intero Paese e le province, come Piacenza, dove il settore agricolo è ampiamente sviluppato.

“L’ Ucraina – riporta una nota di Coldiretti – ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (quinto posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (settimo posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale”. A preoccupare i mercati è il fatto che le tensioni tra i due Paesi possano frenare le spedizioni dalla Russia e bloccare le spedizioni ucraine dai porti del Mar Nero, con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali con il rischio di inflazioni su beni di consumo primario, carestie e tensioni sociali.

Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.

“La guerra sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in una nazione come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri” ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini precisando che “nell’immediato occorre quindi garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con prezzi giusti che consentano agli allevatori di continuare a lavorare.”

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