La crisi idrica del fiume Po peggiora ed è grave. A Piacenza “estrema siccità”

03 Marzo 2022 12:57

“La crisi idrica peggiora ed è grave” il monito che risulta dall’ultimo bollettino pubblicato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. La vera e propria emergenza riguarda il Piemonte e l’area del delta del grande fiume, ma l’intero distretto è in difficoltà. Nella nostra provincia, l’indice Sfi che riporta il deficit di portata del fiume si attesta sul (-2,3) che significa “estrema siccità”.

“L’acqua salata dell’Adriatico entra nelle terre coltivate della pianura per 15 km e le scorte di risorsa, in assenza di piogge abbondanti, non basteranno a coprire i fabbisogni della Pianura padana. Neve a -70%. Portate a -40% e fino a -60% per gli affluenti. Falde in ribasso. I Grandi Laghi hanno solo il 10% di acqua disponibile. Temperature, fino a +3° C attestano il secondo inverno più caldo degli ultimi 40 anni e rischio incendi”. I dati attenzionati dal report e, se tre indizi fanno una prova, i molteplici indicatori, provenienti dalla quasi totalità degli areali considerati, disegnano i tratti di un generale contesto in avanzato stato di allerta idrica a causa della perdurante mancanza di precipitazioni nevose e piovose omogenee, della grave aridità dei suoli, unitamente all’impoverimento progressivo delle falde sotterranee.

Su tutto il Distretto persiste dunque una situazione di severa siccità idrologica attestata da valori che registrano una carenza fino al 40% di portata in meno nelle sezioni esaminate del Grande Fiume e fino al 60% degli affluenti. Nel mese di Febbraio le piogge previste sono cadute in modo scarso e disomogeneo e non hanno apportato ristoro e miglioramenti sostanziali, mentre le temperature medie hanno altresì confermato il trend fino a +3° C che caratterizza questo anomalo inverno come il secondo più caldo degli ultimi 40 anni.

Oltre al 60% in meno di precipitazioni piovose (85 giorni senza piogge in Piemonte e assenza di piogge previste per le prossime settimane. Inverno più secco degli ultimi 9 anni per l’Emilia-Romagna con alta assenza di piogge in particolare nel Bolognese, Ferrarese e parte dell’Emilia occidentale) anche il contributo generalmente offerto dalla neve si è dimostrato assai risicato su tutti i rilievi Alpini azzerando o quasi tutte le scorte disponibili. In passato una stagione invernale mite e asciutta come quella che si sta per concludere non era mai stata registrata, la causa è da attribuire principalmente a due fattori: condizioni anticicloniche persistenti caratterizzate da aria molto mite in quota – che ha contribuito a generare temperature miti soprattutto in montagna – e frequenti giornate con vento favonio, tipico del periodo primaverile, che hanno innalzato le temperature anche alle quote più basse. Le serie di misure che consentono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1961 permettono già̀ di trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla anche dal punto di vista climatologico: tutti gli indicatori presi in esame infatti risultano in prossimità dei minimi rispetto le serie dal 1961 ad oggi rendendo particolarmente anomalo.

“Su tutta l’asta del fiume Po – comunica l’Ente – persiste quindi la condizione di marcata siccità idrologica invernale, dall’inizio dell’anno le portate (per tutte le stazioni di misurazione) sono sempre rimaste sotto le medie; in particolare, nell’ultimo periodo considerato di Febbraio si evidenzia maggiormente la sezione di Piacenza, dove l’indice SFI (deficit di portata) identifica infatti una condizione di “estrema siccità idrologica”, causata dalla mancanza dei contributi lacuali di valle che, seppur minimi, hanno sostentato il Grande Fiume in assenza delle precipitazioni. Condizione di siccità che sta traslando e colpendo anche le altre stazioni lungo il corso del Po. La sezione di chiusa a Pontelagoscuro misura oggi 683 m3/s, prossima alla prima soglia di allerta, con una portata ridotta del -40%. Situazione endemica anche dei corsi di acqua minori cosiddetti tributari del Po che, in molti casi, a causa del regime torrentizio sempre più esasperato e prolungato nella durata, segnano scarti di portata superiori al -60%, con valori prossimi ai minimi storici in molte stazioni di misura”. Dall’analisi dettagliata dei fattori, dalle temperature alla condizione delle falde, l’Ente sottolinea: «La conclamata aridità pare quindi seguire il corso stesso del fiume verso valle con andamento progressivo da ovest verso est, dal Piemonte via via verso l’Emilia-Romagna e già questo fenomeno si può riscontrare analizzando le portate di Piacenza ed in movimento verso il Delta. Seppur molti indici sfiorino i record più negativi, la concomitanza del manifestarsi degli stessi in modalità contestuale rende questo inverno particolarmente anomalo ed in assenza di piogge imminenti a rischio per i prossimi mesi, in cui in modo corposo prenderà il via anche il consueto prelievo irriguo a beneficio delle colture tipiche del territorio. Tutti i modelli previsionali convergono su una stabilità climatica con scarse piogge e temperature piuttosto elevate, che fanno presagire che la disponibilità d’acqua attuale non potrà colmare i fabbisogni della prima parte dell’estate e potrebbe generare una situazione di forte stress per l’habitat fluviale e di mancanza o calendarizzazione degli approvvigionamenti per l’universo produttivo”.

Seppur molti indici sfiorino i record più negativi, la concomitanza del manifestarsi degli stessi in modalità contestuale rende questo inverno particolarmente anomalo ed in assenza di piogge imminenti a rischio per i prossimi mesi, in cui in modo corposo prenderà il via anche il consueto prelievo irriguo a beneficio delle colture tipiche del territorio. Tutti i modelli previsionali convergono su una stabilità climatica con scarse piogge e temperature piuttosto elevate, che fanno presagire che la disponibilità d’acqua attuale non potrà colmare i fabbisogni della prima parte dell’estate e potrebbe generare una situazione di forte stress per l’habitat fluviale e di mancanza o calendarizzazione degli approvvigionamenti per l’universo produttivo.

“Chi è chiamato a svolgere un ruolo di pianificatore come questa Autorità – evidenzia il Segretario Generale di ADBPO-Mite Meuccio Berselli – non si limita a fotografare la situazione di costante peggioramento nel corso del tempo ma, parallelamente, deve sollecitare le istituzioni a trovare soluzioni che possano compensare i fabbisogni dei territori. Occorre accorciare i tempi degli interventi e concertare programmi di adattamento al clima con una serie di azioni che considerino tutto il bacino nella sua estensione, ambiente ed economia nei suoi innumerevoli punti di interdipendenza senza preclusioni ideologiche ed in tempi più consoni alle necessità umane/produttive e degli habitat”. Importante è dunque individuare le soluzioni praticabili, ma anche, per essere sufficientemente resilienti soprattutto nelle aree meno dotate di infrastrutture idonee, concertare tempi ragionevoli. “Invasi dove serve – continua il Segretario Berselli – riuso delle acque depurate, maggiore disponibilità nell’attuare il principio di sussidiarietà tra territori (vedi caso del Lago Maggiore) superando intelligentemente i localismi e i confini amministrativi e attuazione delle migliori tecniche dell’agricoltura di precisione. Queste non sono proposte, ma step progressivi di una comune tabella di marcia senza la quale la situazione è destinata a peggiorare notevolmente procurando ripercussioni ambientali ed economiche”.

Oltre a ciò, in un momento di evidente preoccupazione collettiva per le forniture energetiche del paese, anche la scarsità di acqua presente per la produzione di energia pulita idroelettrica potrebbe diventare un’ulteriore aggravante in un contesto che già paventa, con potenziali effetti negativi sulle emissioni di carbonio, un ritorno all’utilizzo del carbon fossile.

© Copyright 2024 Editoriale Libertà

Whatsapp Image

Scopri il nuovo Canale Whatsapp di Libertà

Inquadra il QRCODE a fianco per accedere

Qrcode canale Whatsapp