Da Odessa a Strà. “Abbiamo detto ai bambini che siamo partiti per un viaggio”

05 Marzo 2022 03:39

Irina e il marito Yuri sono partiti una settimana fa da Odessa, metropoli ucraina di un milione di abitanti affacciata sul mar Nero. Quando hanno sentito le bombe esplodere hanno caricato i tre figli, la cagnolina Sonia e anche la mamma di Irina, Valentina, in auto e sono partiti senza una meta precisa. Dopo sei giorni di viaggio estenuante sono arrivati al santuario di Strà di Alta Val Tidone. Grazie al provvidenziale contatto tra Irina e un amico, che abita in vallata, è scattata infatti una catena di solidarietà che ha consentito alla famiglia in fuga dalle bombe di trovare un rifugio.

Oggi sono ospitati nella canonica del santuario di Strà e non sanno quando potranno fare rientro nella loro casa, a Odessa.

“Ai due figli più piccoli abbiamo solo detto che saremo partiti per un viaggio, ma la più grande ha capito tutto. Ancora adesso quando sente un rumore forte si spaventa”. Il pensiero, ovviamente, è fisso in Ucraina. “Scappano tutti – dice Irina -. Come noi tantissime altre famiglie stanno fuggendo. Ci dicevamo: ma perché mai dovrebbero farci una cosa del genere? Non è possibile. E invece è successo davvero”. In Ucraina Irina ha lasciato un fratello, mentre il marito ha lasciato la madre. Gli altri parenti sono in fuga, come loro. “Noi vogliamo tornare nella nostra casa – dice Irina –. Vogliamo tornare al nostro lavoro, alla nostra vita. I nostri figli devono tornare la fare le cose che facevano, andare a scuola, fare sport, vedere i loro amici. Pensavamo di stare via qualche giorno, e invece adesso è tutto incerto”.

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