Emergenza pomodoro: “Spaventano la mancanza di acqua e i costi di produzione”

18 Marzo 2022 03:20

“Senza accordo sul prezzo del pomodoro, per pochi centesimi al chilo rischia tutta la produzione di salsa e passate Made in Italy – l’allarme lanciato da Coldiretti – proprio in un momento storico contraddistinto dalla guerra in Ucraina e dall’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia, l’Italia ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per garantire le produzioni alimentari e le forniture di cibo alle famiglie italiane”.

E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento allo stallo delle trattative con le industrie per la pianificazione del raccolto del pomodoro, che solo a Piacenza riguarda, nel 2021, 10.643 ettari dedicati alla coltura. “La mancanza di un accordo non permette agli agricoltori di affrontare costi di produzione in ascesa vertiginosa con il rischio di una riduzione delle superfici dedicate a uno dei prodotti più diffusi in cucina per condire dalla pasta alla carne, dalla pizza alle bevande” afferma Roberto Gallizioli, direttore di Coldiretti Piacenza.

“Con il rincaro dei costi energetici – precisa Coldiretti – che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, si arriva al paradosso di pagare più la bottiglia del pomodoro in essa contenuto”. “Ad esempio – spiega Coldiretti – in una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità”.

“L’accordo sul prezzo agli agricoltori è quanto mai strategico – ha rimarcato il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli – perché chi sceglie di coltivare pomodoro deve ordinare le piantine per il raccolto estivo con il rischio che il balzo dei costi porti anche produttori storici a scegliere colture che richiedono meno investimenti e minori rischi come mais, sorgo, girasole e soia, le cui quotazioni sono esplose con la guerra in Ucraina e le tensioni commerciali internazionali”. Inoltre preoccupa e non poco il problema della siccità che, a oggi, in prospettiva fa temere per una campagna del pomodoro decisamente problematica. “È fondamentale che i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – conclude Bertinelli – coprano almeno i costi di produzione, poichè il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole le costringe a vendere sottocosto”.

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