In fuga dall’Ucraina con 20 bulldog: Elena trova rifugio da una coppia di allevatori

18 Marzo 2022 04:20

Selvaggia Bentivoglio, Michele Morganti ed Elena Anzina circondati dai bulldog

Un pezzetto di casa, una parte importante di cuore che Elena Anzina mai e poi mai avrebbe abbandonato. Sono i suoi cuccioli, i suoi “bambini”, che la donna – allevatrice di cani di Zaporizhzhia, nel sudest dell’Ucraina travolta dalla guerra – ha deciso di portare con sé nel lungo viaggio verso l’Italia e un nuovo futuro.

La donna, fuggita due settimane fa dal suo Paese a bordo di una Fiat Doblò con la figlia Eva, la madre Luba e ben 20 bulldog di età compresa tra i sette mesi e i cinque anni, ha trovato rifugio nella nostra provincia: di notte dorme al castello di Folignano (Ponte dell’Olio), ospite della signora Alda Schiavi, di giorno sta accanto ai suoi amati bulldog, ospiti di un allevamento e pensione per cani di San Pietro in Cerro.

Arrivare a Piacenza non è stato facile: partita da Zaporizhzhia subito dopo un violento attacco aereo, questa curiosa famiglia ha attraversato in quattro giorni buona parte dell’Ucraina, fermandosi durante le ore di coprifuoco per non rischiare di incrociare i carri armati dell’esercito russo. Una volta varcato il confine con la Romania, a Siret, ad attenderla c’era Michele Morganti, titolare assieme alla moglie Selvaggia della “Pensione per cani dei Bentivoglio”, che Elena ha conosciuto su Facebook.

“La nostra amicizia – racconta Morganti – è nata sui social un giorno prima dello scoppio della guerra. Non appena l’armata di Putin ha invaso il Paese, le abbiamo proposto di venire a stare da noi. Inizialmente, Elena ha rifiutato: sperava che l’occupazione finisse nel giro di qualche giorno. Quando i russi hanno iniziato a bombardare la sua città ci ha chiesto se la nostra offerta era ancora valida. Ovviamente lo era e così, in attesa che Elena organizzasse il viaggio, mia moglie ha lanciato un appello su Facebook e WhatsApp: in pochissimo tempo, grazie all’aiuto di amici, conoscenti e anche tanti sconosciuti, siamo riusciti ad accumulare decine di scatoloni colmi di beni di prima necessità. Con l’aiuto dell’amico Giuseppe Podestà abbiamo caricato un furgone e ci siamo diretti a Siret, dove ogni giorno arrivano migliaia di persone in fuga dalla guerra. Dopo aver scaricato gli aiuti abbiamo atteso Elena per un giorno e una notte, dormendo sul furgone con fuori -10°. Quando finalmente è riuscita ad arrivare ho preso i cani con me, mentre Elena ci ha seguiti con il suo Doblò. Il ritorno in Italia è stato lungo ma senza intoppi. Mi ha fatto piacere vedere in autostrada tanti altri furgoni come il mio: la gente comune sta rispondendo alla grande a questa emergenza umanitaria”.

Da due settimane l’allevamento è diventata la seconda casa di Elena, della figlia dodicenne e della madre Luba, 70 anni.

“E’ difficile spiegare cosa sto provando in questo momento – racconta con un filo di voce Elena. – Le nostre vite sono state stravolte da un giorno all’altro e di tutto quello che avevo costruito rimangono solo i miei bulldog. Ringrazio Dio per aver posto sul mio cammino persone come Selvaggia, Michele e la signora Alda. Sono i nostri angeli, a loro dobbiamo tutto”.

“Ci sentiamo di ringraziare tutte quelle persone, non solo di Piacenza, che in questi giorni ci hanno aiutato – spiega Selvaggia Bentivoglio. – Oltre a vestiti e cibo per le ragazze, ci hanno inviato il mangime per questi cuccioloni. E’ il caso di FarmaZoo Emilia di Busseto e di tante altre realtà che si sono prese a cuore la storia di Elena, che in Ucraina ha lasciato il padre e il marito veterinario. Appena possibile, Michele intraprenderà un nuovo viaggio per andarli a recuperare, portando con sé nuovi aiuti”.

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