Riparte la caccia al cinghiale. Preoccupa la peste suina in due comuni del Piacentino

13 Aprile 2022 12:01

E’ arrivato il via libera al calendario venatorio regionale – ma solo per quanto riguarda la caccia al cinghiale – per la stagione 2022/2023. Il parere è stato votato in commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, che ha illustrato la parte del calendario venatorio relativa agli ungulati. Per Manuela Rontini i tempi stringono “perché la caccia di selezione comincerà il 16 aprile. Oggi ci esprimiamo solo sulla caccia al cinghiale, poi valuteremo l’intero calendario. Sono arrivate le osservazioni di associazioni per l’abolizione della caccia e di associazioni ambientaliste – fra cui il Wwf – che saranno inviate ai consiglieri così come il parere di Ispra”.

Ispra – istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – secondo Rontini “avrebbe dovuto inviare il parere entro trenta giorni, ma ha ritardato”. L’assessore Mammi, in seguito, ha affermato che “c’è la necessità di autorizzare la caccia di selezione dal 16 aprile. Per la caccia singola e collettiva non ci sono stravolgimenti rispetto al calendario precedente, perché le norme sono sottoposte al piano di prelievo della Regione per il contenimento dei cinghiali. La caccia di selezione avverrà in 5 giorni, quella collettiva (battuta, braccata e girata) sarà autorizzata in tre mesi consecutivi. Ispra chiede integrazioni del calendario e le abbiamo raccolte. Il termine della caccia di selezione è il 31 maggio e non più il 31 marzo, per dare continuità all’attività di selezione e per non avere interruzioni. Inoltre, sarà consentita la selezione tre ore prima dell’alba e tre ore dopo il tramonto, con la prescrizione di avere gli strumenti idonei (termici o infrarossi)”.

“Il calendario 2022/2023 – secondo l’assessore Mammi – è in continuità con quello precedente. Abbiamo considerato anche le indicazioni di Ispra, che sono obbligatorie ma non vincolanti. Il parere dell’istituto è arrivato ieri ed è favorevole”. Il calendario andrà approfondito, ma per la parte del cinghiale occorre andare avanti. In alcuni distretti, ha continuato l’assessore, “la presenza del cinghiale è forte e va oltre gli obiettivi del Piano faunistico venatorio. E lo dimostrano le richieste di risarcimento danni per le colture devastate e gli incidenti stradali. Il cinghiale è cresciuto negli ultimi anni e presenta un pericolo per l’incolumità delle persone e per le attività agricole che vedono un raccolto distrutto in una notte”.

A preoccupare inoltre c’è il rischio riguardante la peste suina africana. Mammi ha ricordato che “si può trasmettere ai suini e può danneggiare gli allevamenti. Per la peste suina c’è un finanziamento del governo che ammonta a 50 milioni di euro: 15 per la biosicurezza e 35 per il sostegno alle aziende”.

Al termine di un partecipato dibattito nel quale hanno espresso le proprie opinioni vari esponenti dei partiti presenti in commissione, l’assessore Mammi ha assicurato “la disponibilità a fornire tutte le informazioni. Daremo la nostra proposta di Calendario venatorio sulla base delle osservazioni di Ispra, considerando anche il Piano faunistico venatorio. L’obiettivo nazionale, difficile, è eradicare la peste suina africana entro l’estate”. Per Mammi “occorre aumentare la cattura nelle aree infette. In quelle limitrofe – per ora sono interessati due comuni nel Piacentino – si può attuare solo la caccia di selezione e il monitoraggio. Sono d’accordo sull’aggiornamento di norme e strumenti: il mondo e gli ecosistemi sono cambiati”.

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