Terminata la stagione irrigua: deficit idrico e costi dell’energia alle stelle

11 Ottobre 2022 12:19

Terminata la stagione irrigua 2022,  fare il punto è il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Luigi Bisi: “Nonostante grandi difficoltà dovute alla carenza idrica e all’aumento esorbitante dei costi dell’energia elettrica siamo riusciti a soddisfare la richiesta irrigua. Le dighe di Mignano (Vernasca) e Molato (Alta Val Tidone) hanno aperto la stagione con un deficit complessivo di 7,4 milioni di metri cubi.

Gravemente sotto la media anche le portate del fiume Po (fonte indispensabile per l’irrigazione del territorio di valle) con il conseguente timore che dalla riduzione dei prelievi si arrivasse al blocco totale per evitare un irreversibile inquinamento delle falde della Romagna a causa della risalita dal mare Adriatico. Di grande importanza gli incontri con i nostri consorziati per far conoscere loro l’evoluzione della crisi e permettere una miglior programmazione. A queste riunioni periodiche è stato affiancato un confronto continuo con l’Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ente di intesa unitaria e sinergia operativa fra tutti gli organi istituzionali interessati alla salvaguardia e allo sviluppo del bacino padano), la Regione Emilia Romagna, il Parco del Ducato (ente di gestione del Parco del Basso Trebbia al cui interno abbiamo delle opere di derivazione che ci permettono di derivare l’acqua del fiume Trebbia sull’areale omonimo) e gli altri enti coinvolti nella gestione della crisi idrica che ha caratterizzato tutto il periodo. I ringraziamenti da fare sono tanti a partire dagli acquaioli e dai tecnici dell’ente per lo straordinario e instancabile lavoro portato avanti per gestire al meglio i turni irrigui e la distribuzione della risorsa disponibile. A loro, alle istituzioni e ai nostri consorziati – ai quali abbiamo chiesto uno sforzo davvero grande e che si è trasformato anche in perdite economiche che non siamo riusciti a evitare – va la mia gratitudine perché senza la collaborazione di tutti, l’intero sistema sarebbe crollato.

Questa crisi idrica, la peggiore degli ultimi 70 anni, ci ha messo nuovamente di fronte al fatto che i cambiamenti climatici non sono più un fatto contingente ma un dato strutturale cui bisogna rispondere urgentemente con una politica condivisa. I Consorzi di bonifica e l’agricoltura stanno facendo da anni la loro parte ottimizzando la distribuzione irrigua e diminuendone il fabbisogno. A questa capacità di resilienza però vanno affiancati interventi infrastrutturali e tecnologici perché l’ormai ricorrente stato d’emergenza idrica è un limite allo sviluppo del sistema economico alla cui base c’è il comparto agroalimentare con il cibo che arriva sulle nostre tavole e un’articolata filiera produttiva e occupazionale. Accanto a questo non va tralasciata l’importanza della manutenzione ordinaria perché, come ci hanno ricordato anche le alluvioni delle ultime settimane, abbiamo poco tempo e tante sfide per salvaguardare una risorsa fondamentale come l’acqua. Bisogna infrastrutturare il territorio con nuove opere idrauliche ed invasi plurifunzionali per aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia, migliorando la salvaguardia idrogeologica e creando riserve per i momenti di necessità”.

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