Gragnano, la giunta aderisce alla campagna di Coldiretti contro il cibo sintetico

30 Novembre 2022 12:56

La giunta del Comune di Gragnano ha aderito alla Campagna avviata da Coldiretti contro il cibo sintetico. Il testo sarà successivamente ratificato dal consiglio comunale. “Sono tanti i contenuti sottesi a questa mobilitazione che ci sentiamo di condividere, in particolare la tutela della salute e della sicurezza alimentare” ricorda il sindaco Patrizia Calza.

”Non siamo contrari alla ricerca anche alimentare ma dietro alla carne prodotta in laboratorio, al latte senza le mucche e al pesce senza fiumi e mari, temiamo che si nascondano interessi economici poco rispettosi del diritto di tutti alla salute senza contare i risvolti etici connessi” prosegue Calza.

La petizione avviata da Coldiretti e da Filiera Italia e sostenuta anche dai Pediatri italiani risponde al timore che presto il cibo sintetico possa inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.

“Il cibo sintetico, si legge nel testo della petizione, è prodotto in bioreattori; non salvaguarda l’ambiente perché comporta un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali e soprattutto è meno efficiente di quelli oggi più performanti; limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo; favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l’offerta di cibo nel mondo; spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura. Non tutela la salute non essendoci garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo limitata per giungere a conclusioni differenti; non aiuta a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale, in quanto prodotto sulla base di brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali; infine può avere impatti socio-economici molto pericolosi, in quanto frutto di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite”.

 

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