Un anno di guerra in Ucraina, Hanna: “Ho visto l’orrore, ringrazio Piacenza”

24 Febbraio 2023 00:56

“Non dimentico il frastuono assordante delle bombe, il palazzo esploso davanti ai miei occhi, i morti sotto le macerie. No, dimenticare è impossibile”. Un anno dopo, quel rumore disumano rimbomba ancora nelle orecchie di Hanna Krasilnikova, profuga ucraina che ha trovato rifugio a Piacenza. Era l’11 marzo 2022 quando la donna lasciò il suo Paese assediato dall’esercito russo, è il 24 febbraio 2023 – oggi – la giornata in cui ricorre il primo anniversario dell’invasione da parte delle forze armate di Mosca. Un anno intero che la ragazza, 31 anni, fotografa professionista, originaria di Kiev, ha trascorso nel nostro territorio, dove è stata soccorsa dalla Caritas e ospitata dall’azienda Cementirossi.

“Sono scappata in Italia insieme a quattro amiche e un cane, ho scelto Piacenza perché qui c’è la zia di una di loro – racconta Hanna – dallo scorso marzo ad oggi non sono mai tornata in Ucraina, ho preferito restare al sicuro”. Riavvolgendo il nastro dell’orrore, Hanna ricorda “la paura suscitata dalle bombe che piovevano dal cielo, all’inizio non capivo se fossero meteoriti o cos’altro. Non sapevo nulla. Non riuscivo a dormire, forse due ore al giorno… Ero sempre pronta al peggio”. Senza dimenticare “i convogli militari in strada, nella mia Kiev occupata dalla guerra improvvisa”, aggiunge la donna. “In quei primi giorni di invasione, io e i miei amici ci messaggiavamo per cercare informazioni certe sulle esplosioni. Non si riusciva a capire niente, il panico dominava su tutto”. Una domanda banale: perché? La risposta non è semplice. “Trovo incomprensibile che un altro Paese decida di invadere il mio – dice Hanna – io non entro nelle case altrui senza il permesso. Troppe persone hanno perso la vita. Fortunatamente io non abitavo nell’Est Ucraina, dove la guerra è ben peggiore. Mio zio sta combattendo, non so dove. Sta bene, gli parlo, ma non può dirmi in che zona si trova. I miei genitori vivono e lavorano a Kiev. Sono giovane, per me è stato facile lasciare l’Ucraina. Per loro no”. Ci sarà una fine? E come? Hanna non vede alternative: “L’Ucraina deve vincere”.

L’INTERVISTA A CURA DI THOMAS TRENCHI:

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