L’infinita notte al gelo sotto la questura in attesa del permesso di soggiorno

20 Gennaio 2025 03:56

Foto Collettivo Cesura

Che ne sappiamo noi delle vite di quelle persone che a un certo punto dell’esistenza percorrono migliaia di chilometri con qualche straccio addosso, vagano per anni tra il Mediterraneo o la rotta balcanica, e all’improvviso si ritrovano, chissà perché e chissà per come, a Piacenza, un puntino mai sentito sulla cartina geografica mai sentito nominare prima? Nulla. E forse non lo sapremo mai.

Dopo un mese e mezzo Libertà è tornata lì, dove c’è un mondo a parte a cui quasi sempre voltiamo le spalle, per disinteresse, per menefreghismo o per egoismo. E solo perché la fortuna ci ha fatto nascere e crescere lontano da terre martoriate e dimenticate.

Foto collettivo Cesura

“Col bigliettino in mano, come al banco dei salumi”

Siamo tornati davanti alla questura di viale Malta, di martedì sera, dove decine di stranieri si ammassano sul marciapiede per trascorrere la notte in attesa del mercoledì mattina e di un appuntamento con l’ufficio immigrazione per rinnovare il permesso di soggiorno, quello sì un problema. Ci siamo tornati con l’obiettivo fotografico del professionista del Collettivo Cesura Marco Zanella, autore degli scatti che vedete. “Ho trascorso con loro quasi tutta la notte – spiega – ci sono persone che arrivano lì la mattina del giorno prima confidando poi di essere tra i primi a essere chiamati la mattina successiva. Qualcuno ha un bigliettino in mano, come al banco dei salumi al supermercato”.
Come ogni settimana sfidano il freddo – “e l’altra notte faceva freddo davvero” – aiutati solo da giubbotti, coperte, cartoni qualche bicchiere di tè caldo, gentilmente portato da Monia e Aurora del bar Ohana.

L’ARTICOLO DI MARCELLO POLLASTRI SU LIBERTÀ

Il reportage fotografico del collettivo cesura

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