Vandali al piccolo sacrario di Aurora, la mamma: “Uno sfregio alla sua memoria”
23 Gennaio 2025 02:11
Sabato 25 gennaio saranno tre mesi esatti dall’uccisione di Aurora Tila, 13 anni, per la cui morte è in carcere un minorenne della provincia mentre le indagini sarebbero ancora in corso. Ai piedi del palazzo di via IV Novembre, dove la ragazzina viveva con la madre e dove è avvenuta la tragedia, mamma Morena, la sorella Victoria, gli amici e gli ex compagni di scuola di Aurora hanno allestito nei giorni seguenti un piccolo santuario. Non si può morire a 13 anni, non si può farlo così. Addolcisce il cuore di chi resta deporre su quell’ingresso, chissà quante volte calpestato da Aurora per uscire con i compagni o andare a scuola, piccoli indizi d’amore: ceri, pupazzi, rametti verdi, candele, messaggi, cuoricini.
Ma una mano ignota ha sfregiato il piccolo sacrario, gettando nello sconforto i familiari. Di fronte a una perdita di simili proporzioni, qualsiasi gesto del genere risulta brutale. E’ sparito l’orsetto di cristalli che un video dei familiari ricorda alla sua deposizione. Aveva un valore speciale: era la bomboniera del battesimo di Aurora, impartitole in Santa Brigida da don Riccardo Lisoni. E due rose di plastica che adornavano l’angolo sono state strappate e ritrovate dalla mamma buttate lungo il Facsal. In mezzo ai ceri di Aurora è stato malamente gettato un pacchetto di sigarette vuoto.
SU LIBERTA’ L’INTERVISTA DI SIMONA SEGALINI ALLA MAMMA DI AURORA
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